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Umbria, cresce nel 2023 l’occupazione: con molti over 64 ancora in cerca di lavoro

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Un altro dato molto significativo è quello che riguarda le persone che lavoravano iscritte a Partite Iva ora diventate dipendenti

Gli ultimi dati Istat elaborati dall’Aur (Agenzia Umbria Ricerche) confermano un sostanziale cambiamento delle dinamiche lavorative che si registrano in tutto il territorio regionale.

È stato rilevato che l’occupazione degli umbri nel 2023 è aumentata rispetto all’anno precedente di circa 9.300 unità, a un tasso (+2,6%) più elevato di quello nazionale (+2,1%): i 362mila lavoratori registrati dall’Istat sono così tornati a superare il livello (358 mila) del 2019.

Nel complesso sono cresciuti in un anno nel mondo del lavoro più gli uomini che le donne.
Mentre gli uomini sono stati assunti quasi esclusivamente con contratti a tempo pieno, l’incremento delle dipendenti è stato per lo più con contratto a tempo parziale, a differenza di quanto occorso nel mercato italiano.
In definitiva, nel 2023 oltre 1/3 delle dipendenti umbre lavora con contratto part-time, e di 10 dipendenti umbri con questa forma contrattuale, 8 sono donne.

Un altro dato molto significativo è quello che riguarda le persone che lavoravano iscritte a Partite Iva ora diventate dipendenti.
Il depauperamento della compagine autonoma, che nel 2019 era del 25,3% (22,8% in Italia), e che in soli quattro anni è scesa al 21%, raggiungendo il livello nazionale, è un fenomeno che, da una quindicina d’anni, sta caratterizzando il lavoro italiano e in particolare quello umbro, strutturalmente connotato per una relativa maggiore presenza di professionisti, imprenditori, artigiani, consulenti e freelance che lavorano in proprio.

Non si esclude che a spiegare in parte questo fenomeno possa essere stata proprio la conversione di partite Iva in lavoro alle dipendenze. Ma la vera buona notizia è stata l’impennata dei contratti a tempo indeterminato (+7,2% in Umbria, +3,3% in Italia), a fronte di una flessione dei contratti a termine.
È stato riscontrato a proposito che la dinamica occupazionale nei tempi indeterminati delle donne ha superato quella degli uomini e, considerando l’occupazione totale, la sola classe delle 50-64enni si è ampliata in un anno di circa 3 mila unità.
Una tendenza, questa, che potrebbe essere stata agevolata dagli incentivi all’occupazione (per giovani e per donne, anche con oltre 50 anni, disoccupate) introdotti nel 2023.

Assai contenuta invece l’espansione occupazionale rispetto all’anno precedente degli under 35.
Per quanto riguarda il tasso di occupazione dei soggetti che vanno dai 15 ai 64 anni è stato riscontrato che nel 2023 è cresciuto rispetto all’anno precedente, in Umbria come in Italia.
L’indicatore è stato spinto in avanti per l’effetto congiunto dell’incremento da una parte del numero dei posti di lavoro e dall’altra del relativo decremento della popolazione di riferimento.
Con il seguente esito: una crescita di lavoratori con oltre 64 anni più elevata nella regione.

Il fatto che vi siano più occupati nonostante un minor numero di persone in età da lavoro sottende un matching tra due fenomeni: un aumento del fabbisogno lavorativo da parte di una domanda che attinge a un bacino di riferimento che si sta riducendo e un’espansione dell’offerta di lavoro, sospinta da necessità diverse, in primis quella di ampliare il reddito familiare.