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Coronavirus, Conte chiude ogni attività non necessaria

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Giuseppe Conte

Il premier Giuseppe Conte vara un’ulteriore stretta nel tentativo di contenere l’epidemia da Coronavirus. Scatta, infatti, la chiusura in tutta Italia di tutte le attività produttive non strettamente necessarie. “Le misure già adottate richiedono tempo, dobbiamo resistere”, ha intimato il presidente del Consiglio rinnovando l’invito a”rispettare le regole”. Un invito che vale per tutti, nessuno escluso.

La stretta del governo

Un “ulteriore passo” nella lotta a Covid-19. Lo ha chiamato così Conte che, al termine di una giornata difficile, ha optato per un’altra stretta. Il docreto dovrebbe essere pubblicato oggi ma intanto il premier ne ha illustrato il contenuto in una dichiarazione che arriva dopo l’insistente pressing di sindacati, governatori di Regioni, sindaci e opposizioni. E così, dopo la chiusura totale decisa in Lombardia dal presidente Attilio Fontana, anche il governo va nella stessa decisione. Tutte le attività non strettamente essenziali dovranno chiudere.

L’obiettivo è ridurre ulteriormente il numero delle persone in giro per il Paese. Una “decisione non facile” presa insieme ai ministri e ai capi delegazione della maggioranza dopo l’incontro con le parti sociali.

La sospensione annunciata da Conte durerà fino al 3 aprile.  Sulla base del nuovo decreto, rimarranno aperti i servizi postali, assicurativi e finanziari e non ci sarà alcuna chiusura straordinaria nel settore dei trasporti. Ma soprattutto tutti i supermercati continueranno a operare in tutte le città del Paese. Da qui l’invito del premier “alla calma” e a evitare assolutamente “la rincorsa agli acquisti”.

Nel suo discorso il presidente del Consiglio, ha parlato della “crisi più grave dal secondo dopoguerra”, sottolinea che si tratta di una decisione “difficile ma necessaria. Lo Stato comunque c’è. Uniti ce la faremo”.Conte ha spiegato “al di fuori delle attività essenziali consentiremo solo il lavoro in modalità smart working e attività produttive rilevanti per il Paese. Riduciamo il motore produttivo dell’Italia, ma non lo arrestiamo”.

Ed ha poi tenuto a precisare agli Italiani “Gli ultimi dati sono agghiaccianti. Ieri le vittime hanno raggiunto il picco massimo, 793 (546 solo in Lombardia), portando il totale a 4.825. I malati sono diventati 42.681 (4.821 in più rispetto a ieri). Un’escalation che ha fatto salire la richiesta al Governo di Regioni, Comuni ed anche sindacati di attuare una chiusura totale. Il governatore della Lombardia Attilio Fontana emana in serata un’ordinanza per bloccare uffici pubblici, studi professionali, cantieri, attività all’aperto, con termoscanner anche nei supermercati “Le nostre autorità sanitarie – dice Fontana – ci impongono di agire nel minor tempo possibile. La situazione non migliora anzi, continua a peggiorare”.

Le opposizioni hanno accolto con soddisfazioni le misure decise dal governo. Ma dalla Lega a Forza Italia in molti lamentano che si è perso troppo tempo prima di chiudere le attività produttive non necessarie.