Home Salute Bocciata dal rapporto “Performance” di Crea la Sanità umbra

Bocciata dal rapporto “Performance” di Crea la Sanità umbra

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Il dato emerge dall’Indagine “ Performance 2023”

Sono passati i bei periodi in cui la sanità umbra manteneva primati significativi nella graduatoria nazionale. Il rapporto su “Le performance Regionali” del Crea, Centro ricerca economia applicata in Sanità, giunto alla 11esima edizione, basato su valori quali innovazione, equità sociale ed economia, ha assegnato alla Sanità Umbra un valore pari a 40 punti su 100.

Le valutazioni sono state effettuate da oltre 100 esperti, divisi in cinque grandi gruppi: istituzioni, management aziendale, professioni sanitarie, utenti, industria medicale, oltre ai rappresentanti del panel Crea costituito da docenti universitari nei settori dell’economia, del diritto, dell’epidemiologia, dell’ingegneria biomedica, della statistica medica.

Tra gli indicatori critici dell’indagine si evidenziano il tasso di attuazione del Fse, la spesa sanitaria pubblica pro capite standardizzata e lo sforamento dei tetti per la spesa farmaceutica, la rinuncia di persone a richiedre le prestazioni sanitarie e per il tasso di ospedalizzazione per patologie croniche.

Si evidenziano, invece, indicatori importanti per attività di assistenza con interventi con tecniche mininvasive e l’indice di implementazione della rete oncologica, l’indice di salute mentale, l’assistenza domiciliare integrata con i servizi sanitari a persone anziane o disabili ed ancora il tasso di screening cervicale, mammografico e colon-rettale.

In cima alla classifica ci sono il Veneto e le province di Trento e Bolzano con un punteggio di poco superiore al 50%, a seguire la Toscana, il Piemonte, l’Emilia Romagna, la Lombardia e le Marche che si posizionano tra il 47% e il 49% delle perfomance.

Umbria, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Molise, Valle d’Aosta e Abruzzo raggiungono livelli omogenei ma inferiori, compresi nel range 37-43%.

All’ultimo posto in graduatoria risultano Sicilia, Puglia, Sardegna, Campania, Basilicata e Calabria, con livelli di performance inferiori al 32%.