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Usura presente in Umbria, ma ancora poche denunce e dunque difficile da intercettare

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Si è conclusa la giornata-studio per i trent’anni della Fondazione anti-usura

Il grave fenomeno criminale dell’usura è presente anche in Umbria, ma purtroppo non se ne parla molto perché le denunce sono ancora poche.
È quanto emerso ieri nell’ambito della giornata-convegno per celebrare i trent’anni della Fondazione anti-usura che si è tenuta al Dipartimento di Giurisprudenza, promossa dall’Università di Perugia e dalla stessa Fondazione anti-usura dell’Umbria.
Tra i relatori, nel pomeriggio, il procuratore Raffaele Cantone, l’onorevole Emanuele Prisco, il presidente dell’Ordine degli avvocati Carlo Orlando, il presidente dell’Ordine dei commercialisti Enrico Guarducci.
Le conclusioni della giornata di studio sono state affidate al presidente della Fondazione umbra contro l’usura, Fausto Cardella che ha appunto sottolineato il fatto di come le denunce di usura siano ancora troppo poche.

Le imprese in Umbria segnalate alla “centrale-rischi” sono 5mila, e dunque si è sottolineata l’importanza di diffondere una maggiore consapevolezza, perché solo una maggiore conoscenza potrà portare a una maggiore emersione del fenomeno.

A concludere la giornata di studio è stato l’intervento di Emanuele Prisco, sottosegretario di Stato al ministero dell’Interno, che ha sottolineato il fatto di come la spiegazione del silenzio possa secondo lui derivare anche dalla «vergogna a denunciare, oltre alle intimidazioni ambientali, subite da chi spesso di rivolge agli usurai di nascosto dalla famiglia». «Per provare a liberare – come fa da anni la Fondazione per la prevenzione dell’usura in Umbria – le vittime da quello che Prisco ha definito un «abbraccio mortale». «Perché l’usuraio sarà anche un fantasma ma la sua stretta è fin troppo reale».