Home Economia Superbonus 110: In Umbria a rischio 500 imprese e migliaia di operai

Superbonus 110: In Umbria a rischio 500 imprese e migliaia di operai

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A rischio tutto il comparto edile 

 

Il decreto approvato dal governo in questi ultimi giorni sul blocco della cessione dei crediti edilizi desta notevole preoccupazione, si suppone che saranno oltre 500 le imprese nella nostra regione in difficoltà es a rischio di chiusura.

In Umbria la Fillea Cgil, il sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori dell’edilizia e delle costruzioni, lancia l’allarme sulle pesanti conseguenze occupazionali di questa scelta. “Molte aziende nate sulla scia delle ristrutturazioni legate ai bonus – commenta Elisabetta Masciarri, segretaria generale della Fillea Cgil Umbria – dovranno dimensionare la loro attività, con una preoccupante ricaduta sul versante del lavoro”. Un dato ancora più preoccupante se si pensa che l’edilizia in questi due anni post Covid ha trainato la ripresa dell’occupazione. “In Umbria – spiega ancora la segretaria della Fillea Cgil – abbiamo avuto un aumento dal 2019 di circa 3000 posti di lavoro. Per questo come Fillea siamo molto preoccupati per le ricadute sociali di questa scelta”.

Secondo la Fillea Cgil al contrario il settore edile, che in questi anni ha contribuito notevolmente all’aumento del Pil, ha bisogno di misure strutturali e ragionate con le parti sociali, in particolare nella direzione della riconversione del patrimonio edilizio. “L’Europa si appresta a discutere di efficientamento del patrimonio entro il 2030, ed in Italia si va al contrario con una misura che blocca di fatto le possibili ristrutturazioni per tutta quella fascia di popolazione che vive in abitazioni più povere ed energivore – osserva ancora Masciarri – Sarebbe invece proprio questa la vera riforma da fare, quella di riqualificare il patrimonio edilizio popolare (in Italia si stima che circa il 35% della Co2  emessa provenga da vecchi edifici). Da anni noi avanziamo la necessità di  cogliere la sfida della transizione green, della rigenerazione del patrimonio pubblico e privato, ma con questa misura questa aspirazione viene nuovamente affossata e si lascia solo a chi ha già i soldi la possibilità di accedere alle riconversioni. Una norma per ricchi”.

 

Ma non è tutto, la Fillea Cgil infatti parla di “tempesta perfetta”, se a quanto già denunciato si aggiunge la riforma del nuovo codice degli appalti, “un tentativo palese di deregolamentazione, che mostra la sua peggior faccia nella liberalizzazione del sub appalto”. “Un peggioramento nella vita dei lavoratori che passerebbero dalla disoccupazione dovuta alla chiusura delle aziende che lavorano nelle ristrutturazione (causa blocco cessione dei crediti) al rischio di lavorare in aziende con meno tutele e minor sicurezza ( causa del sub appalto a cascata) – conclude Masciarri – Lunedì per altro sono stati convocati dal governo le associazioni datoriali e non quelli sindacali. E questo evidenzia quale pensiero ha questo governo rispetto al mondo del lavoro. Crediamo che invece sia opportuno e necessario ascoltare il mondo del lavoro e stiamo valutando azioni di mobilitazione fino allo sciopero generale”.