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A Perugia e a Terni salari e stipendi sono inferiori alla media nazionale

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I dati sono stati effettuati dall’istituto Tagliacarne, , nella graduatoria nazionale Perugia è al 32 esimo posto, e quella di Terni al 57 esimo

Da una elaborazione provinciale sul reddito disponibile, che prende in riferimanto i dati del 2021, effettuata dall’istituto Tagliacarne, è emerso che gli stipendi ed i salari in Umbria sono inferiori alla media nazionale. In particolare nella provincia di Perugia i salari sono inferiori del 3,1 % e in quella di Terni del – 24% e si attesta, nella graduatoria nazionale delle 107 province italiane, al 32 esimo posto, e quella di Terni al 57 esimo. Nella provincia di Terni, tuttavia, salari e stipendi pro-capite dal 2019 al 2021 sono cresciuti del 4,8%, superando di netto la media italiana (+2,5%) e segnando un aumento doppio rispetto al +2,4% registrato in provincia di Perugia.

Questi nel dettaglio i dati emersi: nel 2021 sono 12mila 085,92 euro di redditi da lavoro dipendente pro capite in provincia di Perugia, 9mila 483,63 euro in quella di Terni, 12mila, contro la media nazionale che si attesta a 473,2 euro. Nella media nazionale un dipendente ha ricevuto 301 euro lordi in più nel 2021 rispetto al 2019, in provincia di Perugia l’incremento è stato invece di 283 euro e in provincia di Terni di circa 434 euro.

 

Il presidente della Camera di commercio dell’Umbria Giorgio Mencaroni ha così commentato i dati “E’ importante osservare due cose – dei dati del Tagliacarne: nelle aree – a cominciare da Milano – dove salari e stipendi sono assai elevati, questi rappresentano oltre il 90% del reddito disponibile degli stessi lavoratori dipendenti, mentre nelle altre regioni tale quota è più bassa. Ciò significa che in altre regioni i lavoratori dipendenti godono di ulteriori entrate. E poi il fatto che anche il costo della vita a Milano è assai più elevato che altrove. Questo per dire che i modelli di sviluppo possono essere diversi e certamente l’Umbria, se deve assolutamente effettuare un forte recupero di produttività e di innovazione, deve tuttavia guardare a un modello di crescita che non distrugga i fattori della sua qualità della vita e che non stravolga le vocazioni della regione. L’obiettivo deve essere quella di diventare una regione ideale dove poter vivere e fare impresa. Insomma, è verissimo che al Nord l’oro c’è e luccica. Ma è anche vero che non tutto ciò che luccica è oro”