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Perugia, nuova perizia per Alex morto a 17 anni dopo la chemio: “non era affetto da angiodisplasia”

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Dopo l’archiviazione del caso i genitori si sono rivolti alla Procura di Firenze

Una nuova perizia depositata in tribunale a sostegno dell’opposizione all’archiviazione dell’indagine sulla morte di Alex Mazzoni, il 17enne deceduto l’11 marzo 2020 all’ospedale Santa Maria della Misericordia dopo alcuni cicli di chemioterapia.

Il documento depositato dall’avvocato che assiste Stefano Mazzoni, il papà di Alex, è firmato dal direttore del reparto di Diagnostica per immagini di un ospedale marchigiano. E dal documento emerge che il diciassettenne, contrariamente a quanto sostenuto dai periti del giudice, non era affetto da angiodisplasia e che è deceduto per le conseguenze dovute alla mucosite chemioindotta che gli ha procurato le ulcere e le emorragie che hanno determinato il sanguinamento da cui è derivata la morte.

I genitori di Alex hanno anche presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Firenze e alla Procura generale presso la Corte d’Appello di Firenze, in cui riferiscono anche che gli esiti di dell’autopsia sono emersi dopo quasi un anno e dopo i numerosi solleciti del legale.

E affermano: “Siamo amareggiati e stanchi. Dobbiamo sopportare la dolorosissima assenza di nostro figlio e, almeno, vogliamo sapere con certezza cosa è accaduto, perché è morto. Non ci fermeremo mai, finché non verrà fuori la verità. Per Alex. E per la giustizia”.