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Morì in ospedale a 17 anni, il padre di Alex Mazzoni chiede di riaprire le indagini

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Sabato 11 marzo saranno passati tre anni esatti dalla scomparsa di Alex Mazzoni, morto a 17 anni al Santa Maria della Misericordia di Perugia, dopo il suo ricovero del 10 febbraio 2020 per una leucemia linfoblastica acuta a cellule b (non fulminante). Inizialmente il giovane paziente venne trattato con cortisone e poi con trattamenti chemioterapici. Fin quando il 10 marzo Alex ha un’emorragia massiva intestinale che causa la sua morte.

«Gli diagnosticarono una leucemia non fulminante – racconta Stefano, il suo giovane papà -. Gli hanno fatto quattro chemio ed è morto per emorragie diffuse». In base a questo adesso il padre chiede di riaprire le indagini. Da ricordare che dopo la morte del ragazzo, la Procura della Repubblica di Perugia aprì un fascicolo per omicidio colposo. Vennero iscritti alcuni medici che ebbero in cura il minorenne. Dopo la perizia medico-legale la stessa Procura chiese l’archiviazione dell’inchiesta che venne decretata a maggio del 2021. Per la Procura infatti non c’erano responsabilità mediche da attribuire agli specialisti che effettivamente avevano curato il ragazzo. Adesso, si deve tener conto della perizia appena fatta dai medici legali, Luisa Regimenti e Nicola Stefano Frachiolla, dalla quale “sono emersi in modo inequivocabile dagli errori medici in stretto nesso di causalità con il decesso di Mazzoni Alex, ignorati dal pubblico ministero”.