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Perugia, in aula i clienti del night “Bocca di rosa” incastrati dalle mogli

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Si torna in aula il 12 novembre, in attesa della sentenza definitiva

Sono passati dodici anni da quando “Bocca di rosa”, il night di Fossato di Vico fu chiuso nel 2013 dopo le indagini dei carabinieri di Gubbio.
Dodici anni dopo l’arresto dei responsabili e la chiusura del locale, il processo per sfruttamento della prostituzione è in corso davanti al I° Collegio del Tribunale Penale di Perugia.
Sono quattro le persone ancora sotto processo per il presunto sfruttamento della prostituzione all’interno del “Bocca di rosa”. E ieri in aula la Procura ha fatto sfilare i clienti di allora davanti alla Corte presieduta da Edoardo Esposito (a latere Serena Ciliberto e Paolo Sconocchia).

L’inchiesta sul “Bocca di rosa” scoppiò grazie alle mogli di alcuni clienti, che denunciarono i fatti e diedero luogo a un’indagine dei carabinieri che portò alla chiusura del locale e agli arresti domiciliari per il gestore, indagato insieme a chi lo avrebbe aiutato nello sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

Tutte accuse che gli imputati, due uomini e due donne, contestano con forza, difesi dagli avvocati Marco Brusco, Maurizio Diociaiuti, Monica Bisio, Sandro Picchiarelli, Giancarlo Viti e Gennaro Esibizione.
E sostenuti anche dalle testimonianze di chi ieri in aula ha comunque ribadito che se mai rapporti sessuali ci sono stati, sono avvenuti comunque all’insaputa del gestore che anzi «controllava spesso cosa accadesse nel privè».
Si torna in aula il 12 novembre, in attesa della sentenza definitiva.