Home Politica Ospedale Foligno, De Luca (M5S): Caos e disorganizzazione peggiore del 2020

Ospedale Foligno, De Luca (M5S): Caos e disorganizzazione peggiore del 2020

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“Personale, sanitario e non, mandato allo sbaraglio dalla Giunta regionale”

“Pazienti da trasferire e non si sa dove vista la necessità di riattivare i reparti Covid. Intanto il tracciamento è affidato ai volontari in piena ondata pandemica”. Così, apre in una nota, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Thomas De Luca.

“Succede a Foligno – prosegue De Luca -, ennesimo capitolo della drammatica gestione dell’emergenza sanitaria da parte della giunta regionale. Al terzo piano dell’ospedale di Foligno la riapertura del reparto dedicato al Covid ha portato alla diminuzione dei posti letto in Medicina Interna, meno posti meno servizi. Si affronta la quinta ondata come se fosse la prima, senza organizzazione, senza un piano che modifichi ciò che era sbagliato”.

“Il personale ha seria difficoltà perché non ci sono posti letto e quindi i pazienti restano in rianimazione, con i costi che possiamo immaginare – continua il consigliere di minoranza in Assemblea Legislativa -. Che senso ha adibire interi reparti all’emergenza Covid se poi non vengono garantiti i servizi essenziali? Di fronte alla mancanza di posti letto e di personale, la giunta regionale grida al trionfalismo sulla pelle dei volontari che adesso vengono reclutati per il tracciamento e l’effettuazione dei tamponi. Ecco come questa giunta si vanta di un risparmio che è solamente teorico. Dopo aver dimezzato gli operatori che si occupavano del tracciamento, scaricano tutto sui volontari che mettono a disposizione il loro tempo dopo essere già stati buttati in prima linea durante la prima e la seconda ondata della pandemia. Parliamo di persone che mostrano un lodevole senso di sacrificio e disponibilità, ma che fatalmente devono seguire dei corsi di formazione per capire bene cosa fare”.

“Ecco – conclude De Luca – come la Giunta regionale affronta la quinta ondata: mandando allo sbaraglio persone che per la maggior parte non sono sanitari e che devono affrontare un servizio decisamente delicato. Dopo due anni siamo da capo, gli operatori vengono spostati come pedine di reparto in reparto, ma la coperta è corta e non può essere il senso di responsabilità di alcuni volontari a giustificare l’improvvisata gestione della Regione”.