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La Procura albanese chiede una condanna a 8 anni per il tifernate Davide Pecorelli

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I giudici albanesi hanno chiesto all’Italia l’estradizione dell’imprenditore di San Giustino sulla quale la Procura generale di Perugia ha già espresso parere favorevole

La Procura albanese di Puke ha chiesto di condannare a otto anni di carcere Davide Pecorelli, l’imprenditore 49enne di San Giustino, ormai conosciuto da tutti come il naufrago di Montecristo, che si era finto morto carbonizzato nel Paese balcanico e che era poi riapparso in Italia in maniera più che rocambolesca.

I fatti incriminati risalgono al 6 gennaio 2021 quando Pecorelli in Albania aveva noleggiato una Skoda Fabia, l’aveva cosparsa di benzina e incendiata a Skutari, con l’intenzione di farsi passare come vittima dell’incidente, per poi uscire dal Paese balcanico e dichiarare di essersi messo a cercare un tesoro di monete a bordo di un gommone sul Tirreno nell’isola di Montecristo.

Pecorelli che verrà giudicato con il rito abbreviato, viene ritenuto responsabile dalla Procura di Puke dei reati di truffa, vilipendio delle tombe, distruzione della proprietà mediante incendio e attraversamento illecito del confine.

I giudici albanesi hanno chiesto all’Italia l’estradizione di Pecorelli sulla quale la Procura generale di Perugia ha già espresso parere favorevole.
La decisione ora spetta alla Corte d’appello: l’udienza si terrà il 28 maggio. È prevista per fine mese l’arringa difensiva attraverso la quale il suo legale straniero proverà a smontare le accuse nei suoi confronti.

Non potranno partecipare i penalisti italiani Massimo Brazzi e Andrea Castori, non è escluso che l’attuale difensore venga affiancato da un legale del consolato italiano in Albania. Che in questo modo, verrebbe formalmente investito della questione riguardante un cittadino italiano all’estero.