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Caso Pecorelli, nessuna estradizione e niente carcere in Albania per l’imprenditore di San Giustino

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Il Tribunale di Scutari lo condanna a 4 anni ma lo assolve dai reati più gravi

Una buona notizia per l’umbro Davide Pecorelli. La sentenza di ieri, infatti, gli evita un “problematico” eventuale ritorno nel Paese delle Aquile.

L’imprenditore del settore beauty di San Giustino, è stato condannato dal tribunale albanese di Scutari a 4 anni per incendio doloso, violazione dei confini nazionali albanesi da clandestino e ostacolo al raggiungimento della verità ma è stato assolto dalle accuse più gravi, vilipendio di cadavere e truffa. La procura albanese aveva chieso per Pecorelli 8 anni di reclusione. La decisione del Tribunale ha fatto infuriare il pubblico ministero albanese.

Il 49enne nel 2021 si finse morto dando fuoco all’auto che aveva preso a noleggio, al cui interno fece ritrovare resti di ossa umane per simulare il proprio decesso, per poi però riapparire, mesi dopo, sull’isola di Montecristo alla ricerca del leggendario tesoro di San Mamiliano.

Alla base della messa in scena del Pecorelli ci sarebbe una storia di debiti e conti non saldati. Sottoposto ad arresto provvisorio in Italia, l’Albania ne ha chiesto la sua estradizione ma la Corte di Appello di Perugia ha rinviato alla fine di maggio l’udienza nella quale verrà trattato il caso.

Ma già al momento va sottolineato il fatto che i reati per i quali è stato condannato non prevedono la carcerazione; gli avvocati che lo difendono, Massimo Brazzi e Andrea Castori, chiederanno la revoca della richiesta di misura cautelare.