Home Attualità Internazionalizzazione e transizione digitale: la sfida per le Pmi umbre

Internazionalizzazione e transizione digitale: la sfida per le Pmi umbre

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Raccontata nel terzo e ultimo incontro del progetto Ikigai di Acacia Group

Aprirsi ai mercati internazionali e al digitale è un passo importante quanto ormai imprescindibile per le piccole e medie imprese del tessuto economico umbro, se vogliono restare competitive. Da queste premesse si è mosso il dibattito del terzo e ultimo incontro del progetto ‘Ikigai’ dal titolo ‘Internazionalizzazione e transizione digitale’, organizzato a Perugia da Acacia Group, l’osservatorio delle imprese che divulga le analisi e i dettagli sulle Società italiane e le esperienze di imprenditori e professionisti, mettendo a disposizione i principali indicatori economici.

Così, appunto, circa 60 imprenditori e professionisti di importanti imprese umbre hanno partecipato, giovedì 10 novembre a Villa Buitoni, al talk moderato dal giornalista Giacomo Marinelli Andreoli. Presenti Andrea Marsilio, general manager Bering consulting group, Maria Ameli, head of equity private markets Banca Generali, Mauro Marini, responsabile delle attività operative Sviluppumbria e Michele Fioroni, assessore allo sviluppo economico della Regione Umbria.

“La digitalizzazione è importantissima – ha spiegato Marsilio – perché aiuta le aziende ad aumentare la capacità di innovare al loro interno, a competere ed emergere nei mercati internazionali. Questo può essere fatto utilizzando software specifici, con algoritmi che aiutano a interpretare dati e situazioni aumentando di molto la marginalità dell’azienda stessa”.

Molti passi, in questo senso, sono stati fatti dalle aziende italiane, come ha spiegato Ameli, che ha raccontato come “negli ultimi anni l’Italia si è dimostrata molto attrattiva per gli investitori esteri verso operazioni di M&A o anche detti di finanza straordinaria, come fusioni, o acquisizioni. Il 2021 è stato un anno record in termini di numero di operazioni mentre il 2022 si attesta come un anno ‘resiliente’. L’ultimo trimestre registra un numero di operazioni sostenute da investitori stranieri che è circa il 50% del totale realizzato, per cui direi che è assolutamente attrattiva, seconda solo a UK e Germania e davanti a Francia, Spagna e Nord Europa”.

Le imprese umbre che vogliono intraprendere un percorso di internazionalizzazione possono rivolgersi a Sviluppumbria, società in-house della Regione Umbria e suo braccio operativo, che oltre ad attività di orientamento e assistenza alle imprese, gestisce anche strumenti per la concessione di contributi a fondo perduto per partecipare a fiere internazionali, per esempio “principale strumento e veicolo – ha affermato Marini – per far conoscere un’impresa all’estero”.

“In questo momento – ha aggiunto Marini – siamo in una fase di passaggio dalla vecchia alla nuova programmazione. Gli ultimi bandi sono scaduti il 31 luglio e stiamo progettando i nuovi che potrebbero arrivare da gennaio 2023”.

Infine, a chiudere il talk, è arrivato l’intervento dell’assessore Fioroni. “Viviamo una stagione di grandi cambiamenti e cambia anche il modo di fare business. È proprio per questo che noi, come Regione, abbiamo cercato di costruire per le nostre imprese una cassetta degli attrezzi che sia più flessibile di una volta. L’obiettivo è costruire un approccio sistemico dell’impresa ai mercati internazionali che è fatto di digitale, non solo con l’e-commerce e le fiere virtuali ma anche con un modo diverso di fare scouting e business matching. Una delle difficoltà di accesso ai mercati internazionali è rappresentata dal come costruire il rapporto con una banca corrispondente, quindi su come si affronta il rischio di credito e oggi, grazie anche ai rapporti che la Regione Umbria ha attivato con aziende di Stato, cerchiamo di mettere a disposizione delle nostre imprese strumentazioni sempre più accurate che gli consentano di ridurre l’elemento di rischiosità connesso ad alcuni mercati, un rischio finanziario ma anche politico”.