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Il Consiglio dei Ministri approva il decreto Femminicidio: pene più severe e tempi stretti per i giudici

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Anche in Umbria il fenomeno è preoccupante: da gennaio sono state più di 300 le chiamate al Centro Antiviolenza e 18 le donne prese in carico dal servizio

Contrasto alla violenza sulle donne e contro la violenza domestica. È quanto si propone il disegno di legge varato dal Consiglio dei ministri.
Il decreto legge composto da 15 articoli, punta soprattutto alla prevenzione per evitare che i cosiddetti “reati spia” possano poi degenerare in fatti più gravi.

L’inasprimento riguarda soprattutto chi è già stato destinatario dell’ammonimento e ricade nella stessa condotta, i cosiddetti recidivi.

Dunque è stato varato il rafforzamento delle misure cautelari, che contempla l’ammonimento, il braccialetto elettronico applicato di norma, ma anche l’obbligo di rispettare la distanza minima di avvicinamento di 500 metri dalla vittima.
Le misure precauzionali riguardano anche i reati del revenge porn e lo sfregio del viso con l’acido.

L’inasprimento riguarda soprattutto chi è già stato destinatario dell’ammonimento e ricade nella stessa condotta, i cosiddetti recidivi.

 

Il governo chiederà al Parlamento la procedura urgenza per l’approvazione del disegno di legge sulla violenza contro le donne, ha annunciato Nordio.
“Solo così – dice il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in conferenza stampa – possiamo iniziare a ridurre questi reati così odiosi. E l’operazione culturale deve iniziare dalle scuole ma deve proseguire dappertutto, anche nelle carceri”.

Dati preoccupanti sul femminicidio in Umbria

Anche in Umbria i numeri nel territorio spingono a ben più di una riflessione: da gennaio sono state più di 300 le chiamate al Centro Antiviolenza e 18 le donne prese in carico dal servizio.

“L’aumento dei casi di violenza sulle donne in Alta Valle del Tevere ci impone di agire, con questo primo passo rivolto agli insegnanti per fornire strumenti conoscitivi e informazioni necessarie per prevenire e contrastare questa terribile piaga della società”, dice l’assessore Letizia Guerri all’avvio del progetto. Progetto che porterà nelle scuole primarie dunque un centinaio di ‘insegnanti sentinelle’: grazie alle conoscenze acquisite nei corsi di formazione promossi insieme all’associazione Liberamente Donna, i docenti coinvolti potranno riconoscere “i segnali di disagio delle mamme degli studenti e favorire l’emersione dei casi di violenza, attraverso la consapevolezza dei servizi che sono a disposizione nel territorio”. Non ci sono eguali in Umbria per l’esperienza partita ieri alla scuola San Filippo, con le insegnanti del primo e secondo circolo didattico e dell’Istituto Comprensivo Alberto Burri di Trestina.