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Donatella Porzi (Pd): “Auspico un congresso vero, senza furbate sui tesseramenti, senza esclusioni e censure”

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Donatella Porzi
Donatella Porzi

“Auspico un congresso vero, senza furbate sui tesseramenti, senza esclusioni e censure”. Lo afferma sulle colonne de , Donatella Porzi, consigliera regionale del Pd, ex presidente dell’assemblea legislativa dell’Umbria, esponente dell’anima popolare ex Dc dei dem, ex bocciana, denuncia “forzature” nelle regole stabilite per il congresso del partito annunciato ad ottobre.
La sua area si contrappone a quella più a sinistra guidata da Tommaso Bori, candidato in pectore al congresso, capogruppo in Regione e vicino al leader nazionale Zingaretti.
Porzi, le va bene che a votare siano i seimila tesserati censiti al 31 gennaio?
“L’articolo 5 comma 2 lettera b del regolamento recentemente approvato dalla direzione nazionale parla chiaro: per l’elezione dei segretari partecipano alle riunioni di circolo tutti i nuovi iscritti al Pd anche on line entro dieci giorni dall’inizio dello svolgimento delle riunioni. Invece qui in Umbria si è deciso di limitare la partecipazione agli iscritti al 31 gennaio. Dopo la crisi e la fine anticipata della X legislatura, il gruppo dirigente del Pd umbro ha il dovere di aprire una riflessione sul proprio futuro. Senza censure, evitando atteggiamenti escludenti. Questo a partire dal tesseramento e dalle garanzie previste dal regolamento, un congresso vero senza furbate e forzature tese ad escludere quelli che ci guardano con interesse ma anche con ragionevole timore. Per questo è essenziale, al fine di garantire l’esistenza del partito, che sia un congresso ampiamente inclusivo, aperto al confronto e caratterizzato dal clima costruttivo del reciproco riconoscimento. Ritengo vitale, per il partito, che si ricerchi la più ampia partecipazione possibile ad un simile momento evitando di ridurlo alla sola alternanza generazionale, che spesso nasconde la logica del ‘togliti tu che arrivo io’”.
Così sta accusando gli attuali vertici di voler far vincere Bori?
“Io dico che l’obiettivo non deve essere il ricambio fine a se stesso, ma creare una classe dirigente pronta a sostituire questa destra. Il fine del congresso non può essere quello di ottenere il controllo del partito grazie alla partecipazione di pochi. Il Pd per riconquistare la Regione non può accontentarsi solo di una opposizione urlata, episodica, frammentata e in favore di telecamera. Con questo tipo di opposizione il centro destra è stato minoranza per 50 anni. Ciò che serve è una efficace azione tesa a ricostruire un programma autenticamente riformatore, allargare il campo a partire dalla società civile, dalle associazioni, dalle associazioni di categoria. Ed arginare le emorragie; la continua nascita di liste civiche ne è la tangibile testimonianza”.
La rappresentanza ex democristiana è fuori dai giochi?
“È indubbio che il Pd stia tradendo il pluralismo per cui è nato trascurandolo in favore di un unitarismo che rischia di sconfinare nell’uniformazione. In Umbria la componente popolare, cattolica, moderata e laico-riformista alimentata dalla tradizione socialista, è stata quella che ha fortemente contribuito a permettere alla sinistra di essere forza di Governo. E’ innegabile che le sole sfumature di rosso non sono mai state e non saranno mai sufficienti per ottenere la maggioranza di governo nella nostra Regione. Senza tutti quei cittadini moderati, cattolici e laici che non si riconoscono nella sola sinistra non si tornerà mai a vincere. Il partito democratico ha bisogno dei cattolici, dei riformatori per ritrovare l’entusiasmo e lo slancio per tornare forza di Governo. Su questo sfido tutti a rielaborare un progetto, capace di guardare con prospettiva al futuro della nostra regione”.
Ma dalla vostra parte c’è qualcosa di serio che si muove o siete sono solo reduci?
“Noi ci siamo e ci stiamo organizzando per esserci, per portare le nostre tesi sempre che ci sia la possibilità di trovare ancora una piazza veramente democratica. Un congresso vero dove si parli del rilancio della regione, della tutela del lavoro, degli investimenti nella sanità territoriale, dell’economia verde e la valorizzazione dell’Umbria delle aree interne con il turismo e l’enogastronomia. L’obiettivo deve essere battere la destra sovranista e oscurantista, attraverso l’elaborazione e l’attuazione di un progetto politico-economico ampio e moderno, per costruire uno sviluppo equilibrato e sostenibile ma soprattutto equo dal punto di vista ambientale e sociale”.