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Cordoglio, a Terni, per la morte di Omero Andreani

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Se n’è andata una delle glorie rossoverdi

di  AMAR

Correva l’autunno 1974 e la Ternana calcio fece il suo secondo debutto (il primo nel 1972 – 73)  nel Campionato di Serie A. Fu un tratto di storia trionfale per la Società, la città di Terni e l’Umbria. La famosa “Ternana” del Presidente Giorgio Taddei, del Segretario Varo Conti, degli Allenatori Enzo Riccomini e Omero Andreani. Gli Amici miei che non ci sono più:  Taddei, Conti e Andreani. Omero era l’ultimo testimone di quella esaltante esperienza e se n’è andato ieri, 87 anni appena compiuti. Nato a Terni nel settembre 1935, delle vicende sportive cittadine è stato personaggio di primo piano.

Una vita la sua legata strettamente alla squadra rosso – verde, da calciatore e da allenatore. Attaccante veloce dal tiro violento, ha difeso i colori di Terni per oltre cento partite, dal 1958 al 1964, per poi farsi apprezzare come tecnico e scopritore di nuovi talenti. Nella stagione 1976 – 77, subentrato ad allenatori di fama (Edmondo Fabbri e Cesare Maldini), salvò la “Ternana” dalla retrocessione in Serie C.

Nota personale: Siamo cresciuti nello stesso quartiere, quasi coetanei, io e Andreani, vicini di casa, ed abbiamo militato insieme, in gioventù, nelle fila della Unione Sportiva Lavoratori, il settore calcistico gestito allora dalla “Società Terni per l’industria e l’elettricità”. Tempi assai remoti e il calcio giovanile aveva un volto diverso, con minore assistenza di oggi. E quel giorno, quando sul campo faceva la neve, avevamo in dotazione una sola maglia di lana: Tirammo a sorte nello spogliatoio e gli altri dieci indossarono la maglia di cotone.

Fummo poco più che fanciulli e si giocava in strada con la palla di gomma (talvolta, di pezza). Però il sogno era il pallone di cuoio, il numero cinque, uguale a quello usato da Ukmar, Caciagli e Bruscantini, Cardinali e Moretti, nelle partite ufficiali, allo stadio di Viale Brin, ch’era appena finita la guerra. Io, Andreani e altri ragazzi di borgata mettemmo insieme i risparmi e lo comprammo. Pochi i soldi spesi e scarsa la qualità del pallone che, dopo qualche migliaio di calci, si sgonfiò ed il sogno svanì.

Caro Omero, te ne sei andato tacitamente, secondo il tuo incisivo e riservato modo di vivere. Terni, riconoscente, ti conserverà nell’Albo d’oro dello sport, tra i protagonisti illustri.