L’ex direttore generale della Stranieri ha respinto le accuse sottolineando in aula che sarebbe stato lui la parte lesa, tanto da essersi costituito contro gli altri imputati
Èin programma il 14 giugno la prossima udienza davanti al quarto collegio del tribunale di Perugia per il “caso Suarez“.
Nel processo sono imputati l’ex rettrice dell’Università per Stranieri di Perugia, Giuliana Grego Bolli, l’ex direttore generale Simone Olivieri, e l’allora responsabile del Centro per la valutazione e la certificazione linguistica dell’ateneo.
Intanto sul buco di bilancio l’ex direttore Olivieri ha raccontato in aula la sua versione dei fatti.
Il dirigente dell’Università per Stranieri è accusato di aver minacciato una ricercatrice per costringerla a prendersi la colpa di errori e mancanze che avrebbero dato vita a una falla da 4 milioni di euro.
La ricercatrice dal canto suo aveva raccontato di essere stata condotta in una stanza e di fatto messa di fronte alla circostanza che da «anello debole» sarebbe stato meglio per tutti che si fosse presa lei la colpa degli ammanchi.
Olivieri, di fatto, ha negato tanto il contenuto di quanto detto, quanto le modalità in cui l’incontro tra i due si sarebbe svolto.
Olivieri ha a suo modo sottolineato che sarebbe lui la parte lesa, tanto da essersi costituito contro gli altri imputati.
Come detto il processo è stato rinviato al 14 giugno per la discussione.
Intanto mercoledì scorso è stato completato l’esame di uno degli investigatori della Guardia di finanza che hanno condotto le indagini sulla presunta farsa, organizzata per consentire al calciatore uruguaiano all’epoca del Barcellona, di ottenere la certificazione B1 di lingua italiana, elemento propedeutico all’ottenimento della cittadinanza italiana. Requisito che avrebbe permesso di concretizzare il suo passaggio alla Juventus.
