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Turismo, bando Umbria Aperta: rifinanziamento di 8 milioni

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Paola Agabiti

Soddisfazione di Confcommercio e Federalberghi Umbria: “L’assessore Agabiti e la Regione hanno mantenuto l’impegno a favore delle imprese del turismo”

Paola Agabiti

Dagli 8 milioni di euro iniziali siamo arrivati a 18 – dopo un primo rifinanziamento di 2 milioni, è arrivato quello di 8 con una delibera del 25 maggio – e se ne attendono altri 2, per un totale di 20.

Con una dotazione più che raddoppiata a favore delle 207 imprese che hanno presentato domanda per il Bando Umbria Aperta, che prevedeva contributi a fondo perduto del 70% per la ristrutturazione e riqualificazione delle strutture ricettive umbre, i motivi di soddisfazione per Confcommercio e Federalberghi Umbria sono molti.
Le due associazioni hanno fatto pressing sulla Regione perché mettesse risorse adeguate sul bando, considerato l’alto numero di domande, trovando pieno ascolto nell’assessore regionale al Turismo Paola Agabiti, nella presidente Tesei e nella Giunta regionale.

“L’assessore Agabiti e l’istituzione regionale – dichiara il presidente di Federalberghi Umbria Simone Fittuccia – hanno accolto le nostre istanze e si sono impegnate al massimo per reperire finanziamenti adeguati. A loro va il nostro plauso: la Regione ha dimostrato con fatti concreti l’attenzione al turismo più volte e in più circostanze dichiarata, il valore che attribuisce ad un settore che è risorsa strategica per il nostro territorio e per questo merita sempre un sostegno adeguato”.

“L’elevato numero di domande – aggiunge il presidente di Confcommercio Umbria Giorgio Mencaroni – è un segnale molto importante, e i fondi che la Regione ha reperito ci danno la ragionevole speranza di soddisfarle fino al fondo della graduatoria, come da nostro obiettivo. È necessario però accelerare i tempi e trovare al più presto gli altri 2 milioni promessi, perché rispetto al termine di scadenza del bando, circa un anno fa, le condizioni e i costi per effettuare gli interventi oggetto del cofinanziamento sono sensibilmente cambiati in peggio, e le imprese hanno bisogno di un quadro certo per decidere come muoversi e come investire le proprie risorse, reperite con grande fatica dopo anni davvero terribili”.