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Treofan, tutto il polo chimico in sciopero fino a mercoledì

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La mobilitazione è stata decisa in mancanza di risposte da parte dell’azienda alle proposte sindacali, per una ripartenza delle attività produttive

A Terni è iniziato sabato scorso lo sciopero di tutto il polo chimico, proclamato da Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil nell’ambito della vertenza Treofan.
Come riporta , la mobilitazione, che proseguirà fino alle 24 di mercoledì, è stata decisa in mancanza di risposte da parte dell’azienda alle proposte sindacali, per una ripartenza delle attività produttive, presentate nel corso dell’incontro al ministero dello Sviluppo economico del 15 luglio scorso.
Continuano nel frattempo – secondo le tre sigle – la sottrazione di produzioni dallo stabilimento ternano e il mancato rifornimento delle materie prime.
«Con la dichiarazione di sciopero di tutto il polo chimico – afferma in una nota Marianna Formica, segretaria generale della Filctem Cgil di Terni – viene attestato e ribadito anche con fatti concreti che il sito di Treofan è fondamentale per la tenuta del polo, delle altre aziende presenti al suo interno e di tutto l’indotto».
«Istituzioni e forze politiche devono avere ben chiaro che un un risultato non positivo sulla vertenza Treofan segnerebbe il destino della chimica ternana e umbra – continua Formica – proprio per questo, ora, tutti devono prendersi le proprie responsabilità e lavorare fattivamente affinché venga garantita, in un modo o nell’altro, la continuità produttiva della fabbrica che vanta importanti competenze e professionalità, fattori che hanno reso il marchio Treofan un’eccellenza nel settore ed una garanzia per i clienti».
La Filctem chiede «interventi e supporti» da parte della Confindustria Umbria, dei parlamentari umbri, delle istituzioni a tutti i livelli (Comune di Terni, Regione Umbria e Mise).
«Solo un operato sinergico – conclude la sindacalista – garantirà la tenuta del sito dando certezze ai lavoratori e alle loro famiglie». «La jindal vuole chiudere lo stabilimento ternano – sostiene Doriana Gramaccioni, Uiltec Umbria – eppure lo stabilimento ternano è importante per l’Umbria e per tutta Italia tanto che durante il periodo del lockdown ha continuato a funzionare. Non può essere normale che in Italia un’azienda venga acquistata dalla concorrenza per poi essere venduta». «Come non è possibile, aggiunge Framarini della Cisl chimici che lo Stato finanzi il rilancio di un’azienda, rilancio che implica la chiusura di un’altra azienda».