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Superbonus, dal Governo un contributo per i redditi più bassi

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Il CdM conferma lo stop del 110% al 31 dicembre. Prevista una sanatoria per il mancato salto di due classi energetiche

Come si ipotizzava non c’è stata la proroga del Superbonus 110%. Nel Consiglio dei Ministri che si è riunito nella giornata di ieri è prevalsa la linea del rigore, anche se, soprattutto per venire incontro alle istanze di Forza Italia, è stata prevista una sanatoria sui lavori eseguiti e un aiuto ai redditi più bassi.

Resta fermo il principio che il 31 dicembre il Superbonus 110% finirà e il credito di imposta verrà riconosciuto solamente ai lavori “eseguiti e asseverati” a quella data, mentre per i cantieri ancora aperti viene confermato il 70%.

Al fine di tutelare i cittadini con i redditi più bassi – si legge nel comunicato stampa diffuso dal Governo – e di consentire la conclusione dei cantieri “Superbonus 110%” che abbiano raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 60 per cento al 31 dicembre 2023, è previsto uno specifico contributo, riservato ai percettori di redditi inferiori a 15.000 euro, in relazione alle spese sostenute dal 1° gennaio 2024 al 31 ottobre 2024. Il contributo sarà erogato, nei limiti delle risorse disponibili, dall’Agenzia delle entrate, secondo criteri e modalità determinati con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze da adottarsi entro sessanta giorni e non concorrerà alla formazione della base imponibile delle imposte sui redditi.

Il contributo, quindi, andrà a compensare la differenza tra il nuovo ed il vecchio bonus e sarà concesso solamente a chi, oltre ad avere un reddito basso, avrà completato almeno il 60% dei lavori e solamente per le spese sostenute tra il 1° gennaio e il 30 ottobre 2024.

Inoltre, per chi con l’ecobonus non ha ottenuto il salto di due classi energetiche e non ha terminato i lavori al 31/12/23, è stata prevista una sanatoria che eviterà di restituire al Fisco gli incentivi ricevuti.