Home Cronaca Streaming illegale, anche un 46enne perugino finisce nella rete della Giustizia

Streaming illegale, anche un 46enne perugino finisce nella rete della Giustizia

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Smantellata imponente organizzazione criminale di pirateria audiovisiva che vendeva abbonamenti falsi in tutto il territorio nazionale

La Polizia di Stato ha concluso una vasta operazione contro la pirateria audiovisiva disposta dalla procura Distrettuale di Catania nei confronti di un’associazione per delinquere di carattere transnazionale finalizzata alla diffusione di palinsesti televisivi ad accesso condizionato, riciclaggio, trasferimento fraudolento di beni, sostituzione di persona possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, indebito utilizzo e falsificazione di strumenti diversi dai contanti danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici, accesso abusivo ad un sistema informatico, truffa, ricettazione, spaccio di sostanza stupefacente, omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio.

L’operazione ha fatto luce sul 70% di streaming illegale nazionale, pari a oltre 900.000 utenti con profitti mensili per milioni di euro. Il danno arrecato all’industria audiovisiva sarebbe di circa 30 milioni di euro al mese. La Polizia ha eseguito perquisizioni ad Ancona, Avellino, Bari, Benevento, Bologna, Brescia, Catania, Cosenza, Fermo, Messina, Napoli, Novara, Palermo, Pescara, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Siracusa, Trapani, L’Aquila, Taranto e Perugia.

Nel capoluogo umbro l’operazione “Gotha” ha visto il coinvolgimento anche del Centro Operativo Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale che ha eseguito una perquisizione nei confronti di un reseller residente nell’hinterland perugino.

In particolare, il 46enne aveva il compito di provvedere all’acquisizione e gestione della clientela interessata ai prodotti illegali “commercializzati” dall’organizzazione criminale.

Considerata la delicatezza dell’operazione, gli agenti che sono intervenuti hanno finto di essere ufficiali giudiziari incaricati di una notifica di atti, al fine di poter accedere velocemente all’interno dell’abitazione.

Il proprietario di casa è stato così sorpreso dagli operatori, in una stanza trasformata in centrale illegale di streaming, nella quale venivano gestiti e conteggiati i profitti derivanti dagli “abbonamenti”.

Al termine dell’attività il 46enne è stato denunciato in stato di libertà mentre i computer, i telefoni e la strumentazione informatica di ultima generazione, che erano ancora in funzione all’atto della perquisizione, sono stati sottoposti a sequestro e messi a disposizione della Procura di Catania.