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Strage di Via d’Amelio, Deruta rende omaggio a Paolo Borsellino e alla sua scorta

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Il Sindaco Toniaccini: “Oggi ricordiamo tutte le persone che hanno sacrificato la propria vita per affermare legalità e democrazia”

Il sindaco, Michele Toniaccini, insieme al vicesindaco Cristina Canuti, agli assessori Piero Montagnoli e Giacomo Marinacci hanno reso omaggio, questa mattina, a Paolo Borsellino e alla sua scorta, con la deposizione di un mazzo di fiori, ai Giardini Falcone-Borsellino di Deruta. Alla cerimonia hanno preso parte il Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Todi, Capitano Giovanni De Liso e i colleghi della Stazione di Deruta, il comandante del Corpo di Polizia Locale, Stefano Consalvi, il mondo dell’associazionismo e del volontariato del territorio, cittadini e don Federico.

“Sono trascorsi 31 anni dalla strage di Via d’Amelio – ha commentato il sindaco Toniaccini – quando un’autobomba uccise Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta che voglio ricordarli uno a uno: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina. Una strage, a 57 giorni da quella di Capaci costata la vita a Giovanni Falcone, alla moglie e alla scorta. Stragi che scossero il nostro Paese, le nostre coscienze. Quei sentimenti non devono andare dispersi, come i valori, gli insegnamenti e l’esempio di questi uomini e donne dello Stato che sono sempre attuali e spetta a noi tramandarli nel tempo. Oggi ricordiamo persone che hanno dedicato e sacrificato la propria vita per affermare legalità e democrazia”. Il sindaco ha citato anche il giudice Livatino, “altro grande esempio di vita”. Ha citato l’importante lavoro che viene fatto nelle scuole “perchè la memoria di queste persone, le loro figure siano sempre un faro, anche per i nostri giovani”.

Il Comandante De Liso ha sottolineato come “le forze dell’ordine siano strumenti della collettività, al servizio della stessa”. Ha evidenziato “l’importanza della collaborazione con le comunità” e poi ha concluso parlando della criminalità organizzata che è “una struttura complessa, presente ovunque. Abbiamo gli strumenti per riconoscerla, ma serve un lavoro di squadra. Questi uomini e donne dello Stato ci insegnano a non essere omertosi, a non voltarci dall’altra parte, a mettere il bene comune al primo posto”.