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Spoleto, un nuovo futuro tra tradizione e innovazione

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Per superare i danni causati dall’emergenza sanitaria diventa indispensabile un imponente ricorso a lavori ed investimenti pubblici

Umberto De Augustinis
Umberto De Augustinis

di Umberto De Augustinis (*) – La nostra Città ha concluso una prima fase dell’epidemia con un bilancio positivo: la risposta istituzionale è stata fornita con enorme sforzo. Sono state moltissime le persone che hanno lavorato per rispondere in maniera efficace all’emergenza. La maggior parte dei cittadini ha capito e, quindi, ha seguito linee e indicazioni in modo soddisfacente.

Da oggi sappiamo che andremo verso una situazione economica particolarmente difficile che, già adesso, sta manifestando elementi di notevole criticità. La situazione attuale è diversa, ma molto più pericolosa per la tenuta del nostro sistema locale, ancora neppure uscito dal ciclo di ricostruzione post sisma 2016.

A partire dall’estate 2020 bisogna essere ben consapevoli che nulla sarà uguale a prima. Nondimeno alcune parole avranno un valore chiave, quasi magico. Tra queste “comunicazione”, “innovazione”, “ambiente” e, soprattutto, “salute”. Chi sarà in grado di impadronirsi presto di questi campi di intervento avrà assicurato un futuro. In questi settori l’Umbria e, in particolare, Spoleto possono promuovere un’offerta adeguata e di grandi potenzialità.

La terra spoletana è una miniera perché costituisce il contesto di un modello di vita che può essere promosso e sviluppato in varie direzioni. Il modello Spoleto è suggestivo e proponibile in una nuova prospettiva di vita senza rinunciare alla modernità tecnologica.

Spoleto, per le sue dimensioni e la sua diffusività, può essere oggetto di un piano, di un programma che definirei “Città-parco diffusa”, comprensiva di centro e frazioni, nel quale poter realizzare un percorso di sviluppo coerente sotto il concetto di promozione della vita salutare. Non solo.

Puntare in maniera decisa sui settori agroalimentari, incoraggiare l’insediamento nel territorio di produzioni non inquinanti, soprattutto legate al concetto di mobilità dolce, fare delle istituzioni culturali già presenti un elemento distintivo e, allo stesso tempo, attrattivo dal punto di vista turistico, sono tutti tasselli di un mosaico da promuovere in maniera sinergica e integrata.

In un quadro così fortemente condizionato dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria, diventa indispensabile sostenere l’occupazione attraverso un imponente ricorso a lavori ed investimenti pubblici. Avere risposte chiare e tempestive circa la ricostruzione post sisma, realizzando un piano concreto di recupero dell’edilizia pubblica e privata può certamente rappresentare una risposta immediata e fattiva per rilanciare l’economia attraverso il settore dell’edilizia.

Ovviamente serve un quadro normativo nazionale che permetta a tutti gli enti locali di assumere decisioni in maniera armonica: è impensabile strutturare un piano di ripresa di questo genere senza sapere su quante e quali risorse si potrà fare affidamento. Questo soprattutto perché dobbiamo avere ben chiaro che nessuno si salva da solo e nessuno può tirarsi indietro; in questo frangente, nessuno ha più ragione di altri. Siamo nelle condizioni di chi, come Comunità in vecchie, enormi difficoltà note a tutti, ora può trovarsi nel momento giusto perché, col concorso di tutti, si creino nuove opportunità di vita.

(*) Sindaco di Spoleto