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Preoccupati gli umbri per l'inflazione

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In Umbria 14,5 miliardi presenti nei conti correnti bancari non hanno registrato alcuna variazione e costeranno oltre 5 mila euro a famiglia

 

Dall’ufficio studi dell CGA di Mestre è emersa  grande preoccupazione sui dati dell’inflazione che hanno inciso sui depositi delle famiglie, che taglieranno  163,8 mld risparmi e la significativa perdita di potere d’acquisto dei nostri risparmi. L’esito emerso dall’indagine rileva che in Umbria, 14,5 miliardi presenti nei conti correnti bancari, non hanno registrato alcuna variazione nell’arco temporale preso in considerazione.

Dopo aver stimato che nel biennio 2022-2023 l’inflazione crescerà di quasi il 15 per cento, ovvero del + 8,1 rispetto all’anno scorso e del +6,1 per quest’anno, la Cgia ha confermato la perdita di potere d’acquisto dei nostri risparmi ed un aggravio dei costi di due miliardi di euro che a ogni singolo nucleo familiare umbro costerà mediamente 5.613 euro, contro i 6338,00 euro quantificati della media nazionale.

 

In particolare nel territorio perugino, su 10,7 miliardi, la perdita stimata è di 1,6 miliardi pari a 5.746 euro; a Terni è di 3,8 miliardi, dunque, circa 536 milioni si sono persi a causa dell’inflazione.

La Cgia stima gli effetti economici con un tasso di interesse praticato dalla Bce che lo scorso dicembre si è attestato per quasi tutto il mese al 2 per cento, ovvero lo stesso di quello che avevamo nel febbraio del 2009. Se 14 anni fa il tasso attivo era dello 0,75 per cento, 2 mesi fa si è attestato allo 0,12 per cento, “provocando” uno svantaggio per il risparmiatore dello 0,63 per cento.

A livello territoriale, il costo più salato lo soffriranno le famiglie delle regioni più ricche: in Trentino Alto Adige la perdita di potere di acquisto medio sarà pari a 9.471 euro, in Lombardia di 7.533, in Emilia Romagna di 7.261 e in Veneto di 7.253. A livello provinciale, invece, colpirà in particolar modo le famiglie residenti a Bolzano, che subiranno un prelievo medio di 10.542 euro. Seguono Milano con 8.500, Trento con 8.461, Lecco con 8.201 e Treviso con 7.948. Le famiglie meno “colpite”, invece, saranno in provincia di Siracusa con 3.842 euro, Trapani con 3.595 e Crotonene con 3.130