Home Economia e Finanza Pioggia di miliardi dal Recovery Fund ma l’Umbria resta a guardare

Pioggia di miliardi dal Recovery Fund ma l’Umbria resta a guardare

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La Regione non dà segni di vita o, almeno, non si sbilancia su quali progetti puntare e soprattutto chi dovrebbe redigerli. La parte da leone la fanno le regioni del Nord e del Sud

di Alberto Laganà – Partiti, lobbies ed economisti hanno ipotizzato interventi per il triplo degli stanziamenti concessi dalla Comunità Europea, senza considerare però che buona parte dei soldi dovranno essere restituiti, una bella cambiale per le generazioni future.

L’Umbria, viste le sue dimensioni, è il classico vaso di coccio in mezzo ad altre regioni che sgomitano, poi Palazzo Cesaroni non dà segni di vita o, almeno, non si sbilancia su quali progetti puntare e soprattutto chi dovrebbe redigerli.

All’inizio era stata avanzata la proposta di terminare il raddoppio ferroviario della Orte-Falconara che attende da decenni una conclusione positiva, poi è scomparsa dai radar di chi deve decidere e tra l’altro non si ha notizia di interventi che riguardano direttamente l’Umbria se non quelli di carattere generale.

Quali dei circa 600 progetti verrà realizzato? La parte da leone la fanno le regioni del nord e del sud, il centro non ha un coordinamento unitario e così rischia di essere tagliato fuori.

Nonostante questi limiti vi sono settori che potranno beneficiare della gran messe di finanziamenti, in particolare la sanità e la scuola, che hanno sofferto più di tutti per i continui tagli d’investimento statali.

La scuola, con la trasformazione digitale di 368 mila aule e la creazione di 2.700 laboratori dovrebbe fare un salto di qualità importante; ma esiste anche un piano per rafforzare il diritto allo studio, che significa borse di studio e rette agevolate con 2,7 miliardi di euro. Mentre per la sanità è previsto un massiccio investimento negli ospedali con 34,4 miliardi di euro.

Vediamo nel dettaglio cosa verrà presentato nei prossimi giorni alla Comunità Europea che da gennaio inizierà ad erogare i primi fondi.

Il dossier più corposo riguarda la sanità a seguito della pandemia: Riforma della sanità territoriale con nuovi standard e l’istituzione della Case di comunità con i medici di famiglia, interventi per l’ammodernamento degli ospedali, riforma della sanità digitale e nuovi presidi per degenze temporanee, investimenti in salute mentale e anche garantire che ad ogni laureato in medicina sia garantita una borsa di specializzazione.

Ma non solo, proposta anche una riforma delle Rsa (residenze per anziani) che durante il Covid hanno mostrato la loro debolezza. E poi misure e risorse per il contrasto della povertà e per rafforzare la medicina scolastica, contrasto alla mobilità sanitaria, riforma dell’emergenza-urgenza. In totale stiamo parlando di oltre 20 progetti per un ammontare complessivo di circa 68 miliardi da realizzarsi nei prossimi 5 anni ma la metà non vedrà la luce.

Presidi a degenza temporanea

Obiettivo generale del progetto è garantire in modo omogeneo sull’intero territorio nazionale l’implementazione di presidi sanitari a degenza breve (15-20 giorni) che svolgano una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero. La realizzazione dei citati presidi deve avvenire in connessione con il sistema delle cure primarie al fine di personalizzare l’assistenza in prossimità del proprio contesto di vita, salvaguardando il disagio psicologico di un ricovero ospedaliero, soprattutto per i soggetti più fragili. Tali presidi a degenza temporanea hanno lo scopo di ridurre l’istituzionalizzazione e l’ospedalizzazione per soggetti con patologie croniche riacutizzate.

Una fetta sostanziale degli interventi riguarda trasporti ed infrastrutture ferroviarie come la realizzazione della la Torino – Lione per creare un collegamento ferroviario merci e passeggeri efficiente tra l’Italia e al Francia lungo il corridoio Mediterraneo; il potenziamento della Venezia – Trieste; la Palermo-Catania-Messina: il progetto consentirà: la riduzione dei tempi di viaggio tra Palermo e Catania con un tempo di percorrenza stimato in circa 1h 45’; la Verona – Brennero tratta di valico per incrementare la capacità della linea ferroviaria con obiettivo di arrivare a 400 treni/giorno in transito al Brennero, a completamento dell’intero progetto compreso il quadruplicamento Fortezza – Verona; aumentare le prestazioni del traffico merci; gestire in modo più efficiente il traffico transfrontaliero Italia – Austria grazie al nuovo assetto infrastrutturale e ridurre i tempi di viaggio per i treni viaggiatori.

Il collegamento sullo stretto di Messina non è più una priorità e chissà quante altre proposte finiranno nel cestino delle buone intenzioni.

Queste le altre idee avanzate che non si sa se passeranno il vaglio dei selezionatori.

Lavoro, meno tasse

4 miliardi in tre anni per detassare gli aumenti contrattuali in modo da spingere i rinnovi, attesi da 14 milioni di lavoratori. E poi altri 10 miliardi per il taglio delle tasse sul lavoro. C’è anche lo sviluppo della siderurgia sostenibile, 5 miliardi.

Statali, più assunzioni e smart working

Per la pubblica amministrazione ci sono 3 miliardi per un piano di assunzioni straordinario e per la «digitalizzazione completa» dei concorsi. Ci sono 4 miliardi per il lavoro flessibile, che vuol dire computer portatili per i dipendenti e ancora 5 miliardi per lo sviluppo di «poli tecnologici avanzati» che saranno utilizzati come spazi di coworking, cioè per la condivisione degli ambienti di lavoro.

Lo stop ai contanti

Per il piano azzera contanti sono previsti 10 miliardi di euro in tre anni. Gli incentivi ai pagamenti elettronici ci saranno «sia per consumatori sia per gli esercenti» e favoriranno «la precompilazione delle dichiarazioni fiscali e la predeterminazione dei versamenti dovuti», mettendo fine a quel sistema di acconti e saldi che oggi complica la vita ai contribuenti e anche al Fisco.

Il 5G in 100 città

Oltre al voucher per l’acquisto dei computer, ci sono altri 2 miliardi per famiglie e imprese che non possono permettersi la connessione alla rete. E altri 2 miliardi per realizzare la copertura 5G «in almeno 100 città, da definire con Regioni ed enti locali».

L’Amazon nazionale

2 miliardi sono destinati per una piattaforma di e-commerce «per il mantenimento della realtà imprenditoriale e tradizionale italiana».