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Perugia “Città Trappola dello sviluppo”

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Di Diliff - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=35972521
Di Diliff - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=35972521

E’ emerso da un’indagine della Unione Europea

Uno studio della Commissione europea sulla geografia del malcontento nell’Ue e la correlazione con la mappa delle regioni vittime della “trappola dello sviluppo” dovuti a lunghi periodi di crescita bassa o negativa, deboli aumenti di produttività e scarsa creazione di posti di lavoro, ha incluso anche la città di Perugia tra le molteplici realtà critiche.

Occorre precisare che il problema è noto da oltre un sedicennio ed è diffuso in diverse province d’Italia, come ad esempio la Lombardia, la Calabria e la Sicilia e solo una minoranza delle province italiane sono riuscite a non cadere in questa condizione. Tra queste, Milano, Bolzano, Belluno, Sondrio, per il Nord e Palermo, Cagliari, Cosenza, Potenza, Avellino, Foggia, Lecce, Taranto, per il Sud.

Uno studio dell’Istat riportato dall’osservatorio Recovery plan ha confermato le valutazioni della Commissione europea, nel documento è stato spiegato che molte regioni italiane si trovano in una situazione di stallo,in quanto non riescono a tenere il passo con le regioni più avanzate che si distinguono per la loro capacità di innovazione e di investimento. Allo stesso tempo, queste regioni hanno difficoltà a competere anche con quelle meno sviluppate a causa dei costi del lavoro e rappresenta una debolezza nell’attuazione delle politiche pubbliche.

L’Istat evidenzia che, ad eccezione della Lombardia che si posiziona poco sopra la media dell’UE al 98º posto, le altre regioni italiane si collocano più in basso nella classifica. Questa situazione riguarda principalmente il livello istituzionale.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) rappresenta una sfida alla politica di coesione, dunque occorre concentrarsi sulle riforme piuttosto che sui singoli progetti, con particolare attenzione al rafforzamento delle capacità amministrative, allo scopo di superare la sfida del futuro implementando le riforme richieste, sia per i fondi di coesione che per il successo del Pnrr.

Malgrado l’Italia sia uno dei principali beneficiari della politica di coesione, in termini di aiuti pro-capite, riceve solo una quota quarta rispetto a paesi come il Portogallo, la Repubblica Ceca o l’Estonia, lo ha affermato sempre l’Istat.