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Per la morte della 21enne Maddalena Urbani condannato a 14 anni il pusher

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La figlia del medico che per primo isolò la Sars era morta nel marzo del 2021 per un’overdose avvenuta nell’appartamento di Abdulaziz Rajab

È stato condannato dalla corte d’assise di Roma a 14 anni di carcere lo spacciatore, di origini siriane, Abdulaziz Rajab, accusato di omicidio volontario con dolo eventuale per la morte di Maddalena Urbani, la 21enne figlia del medico Carlo Urbani, il medico ucciso 19 anni fa da quella sindrome che per primo era riuscito a individuare, la Sars. La figlia è deceduta a causa di un mix di droghe e farmaci nell’abitazione del pusher il 27 marzo del 2021. I giudici, inoltre, hanno inflitto 2 anni a Kaoula El Haouzi, amica della Urbani, riformulando l’accusa in omissione di soccorso. In quella tragica occasione fu fatta una telefonata a un amico, considerato un soccorritore capace du farle un massaggio cardiaco appreso vedendo la tv. Poi una puntura e un bicchiere di acqua e limone. Ma il numero del 118 fu composto solo quando ormai era tardi. Il quel frangente anche l’amica della ragazza Kaoula El Haouz, non fece molto per aiutare la vittima. Per questo motivo è stata condannata a scontare 2 anni di carcere per omissione di soccorso. Madalena era arrivata a Roma il 26 marzo insieme alla sua amica Kaoula: “Ha raccontato di essersi conosciuta con Maddalena circa un mese prima e di essere partite insieme alla volta di Roma il 26 marzo 2021 per andare a trovare dei parenti di Maddalena”, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare scaturita dall’indagine del sostituto procuratore Pietro Pollidori e dell’aggiunto Nunzia D’Elia. “Secondo il racconto della Kaoula ElHaouzi, arrivate nella Capitale, avevano prima girovagato per la città, poi Maddalena si era allontanata per qualche tempo, ma ritornata dall’amica, era stata colta da un malore dal quale però si era ripresa bevendo acqua e zucchero. Infine le due giovani erano arrivate in via Vibo Mariano presso l’abitazione di Rajab Abdulaziz, uomo di nazionalità siriana che le aveva ospitate”. “Attenderemo le motivazioni e ricorreremo in appello convinti del fatto che il mio assistito ha cercato di fare di tutto per salvare la ragazza”, commenta l’avvocato della difesa di Rajab, Andrea Palmiero. In aula erano presenti la mamma di Maddalena, scoppiata in lacrime dopo la sentenza, e uno dei fratelli. “Quello che interessava alla famiglia era che venissero accertati i fatti e capire che, se soccorsa, la ragazza si sarebbe salvata. Hanno avuto oltre 15 ore per chiamare i soccorsi ma lo hanno fatto solo quando era morta”. Così Giorgio Beni, legale della famiglia Urbani insieme a Matteo Policastri, commentando la sentenza.