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Montefalco: infortunio sul lavoro, muore a 43 anni operaio edile

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Cgil, Cisl e Uil: 10 vittime in 5 mesi e 3 cadute dall’alto in 2 settimane, numeri intollerabili

Martedì un operaio edile è morto vittima di un tragico infortunio sul lavoro a Montefalco. Luciano Sotir, 43 anni, era dipendente di un’azienda edile, stava lavorando in un cantiere del centro storico, in uno dei vicoli a ridosso di piazzetta Mustafà quando è precipitato mentre stava lavorando ad un balcone. Il solaio è crollato e per l’uomo non c’è stato nulla da fare.

A chiamare i soccorsi sarebbe stata la moglie, arrivata al cantiere non vedendolo arrivare.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Foligno, la Polizia scientifica, il medico legale e l’Ispettorato del lavoro della Usl2.
La salma è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria che dovrebbe disporre l’autopsia.
Del caso si sta occupando il pm della Procura di Spoleto, Alessandro Tana.

“La strage sul lavoro continua e in Umbria il 2023 assume sempre più i contorni di anno orribile per la sicurezza. Con la morte di ieri di un operaio edile in un cantiere di Montefalco, siamo a 10 vittime in appena 5 mesi, un numero enorme per la nostra regione. E quest’ultimo tragico episodio è il terzo incidente per caduta dall’alto in appena due settimane, una statistica spaventosa e intollerabile” – lo scrivono in una nota Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, insieme alle rispettive categorie dei lavoratori dell’edilizia e delle costruzioni, Fillea, Filca e Feneal. 

“Bisogna riaffermare con forza che infortuni e morti sul lavoro non sono ineluttabili, né una triste conseguenza del destino – sottolineano i sindacati – ma avvengono per mancanza di prevenzione, formazione e vigilanza, conseguenza diretta di scelte politiche che hanno comportato tagli su tagli nel corso degli anni. Occorre al contrario investire con decisione in salute e sicurezza – insistono Cgil, Cisl e Uil – I ritardi nella definizione di interventi e azioni necessari a mettere fine a questa strage non sono più accettabili”. 

Secondo i sindacati umbri va dunque ripreso immediatamente e portato a concretezza il percorso avviato dopo la tragedia di Gubbio di 2 anni fa (esplosione alla Green Genetics) con la prefettura di Perugia, la Regione, le Dtl, l’Inail, le Camere di commercio, le associazioni datoriali e l’Anci Umbria per definire un piano strutturato che abbia come primi obiettivi: un piano straordinario di formazione dedicata sia ai lavoratori che alle imprese, valorizzando anche gli strumenti della bilateralità; Il potenziamento degli organici dei servizi di vigilanza, in particolare quelli che svolgono la propria attività lavorativa in settori in cui il rischio è alto; un coordinamento delle attività di controllo preventivo con un interscambio informativo tra i diversi enti e istituzioni coinvolte; un programma di qualificazione delle imprese con l’introduzione della patente a punti e incentivi per chi si impegna a migliorare i sistemi di sicurezza; il superamento degli appalti al massimo ribasso; un netto miglioramento della qualità del lavoro contrastando la precarietà.