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Montecastrilli, assoluzione ex assessore e altri tre imputati: la Procura Generale ricorre in Cassazione

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Nel marzo scorso la Corte d’Appello li scagionava dalle accuse di corruzione e turbativa d’asta. Ora la Procura Generale di Perugia annuncia il ricorso alla Corte Suprema

La Procura Generale di Perugia ha depositato il ricorso in Cassazione contro la sentenza di assoluzione ‘perché i fatti non sussistono’ emessa dalla Corte d’Appello lo scorso 15 marzo nei confronti di quattro imputati, tra cui l’ex assessore del Comune di Montecastrilli Luigi Guidarelli, accusati a vario titolo di turbativa d’asta e corruzione.

Secondo la vicenda ricostruita dal Tribunale di Terni, che aveva portato in primo grado alla condanna degli imputati, i quattro, in concorso tra loro e con mezzi fraudolenti, erano riusciti a far aggiudicare l’appalto dei servizi di riscaldamento del Comune di Montecastrilli alla società Cpm Srl di cui due degli imputati erano rappresentanti. I fatti risalgono al 2014.

Nel ricorso della Procura Generale viene censurato in particolare l’apparato logico argomentativo che ha condotto la Corte territoriale a ribaltare completamente la sentenza di condanna emessa dal Tribunale ternano.

Secondo la Procura Generale la sentenza di assoluzione non terrebbe in alcun conto quanto emerso dall’istruttoria dibattimentale, in particolare le dichiarazioni dei testimoni e di un imputato oltre che i documenti acquisiti, più precisamente un documento rinvenuto nel computer di un imputato, oltre alle intercettazioni telefoniche. Tutti elementi dai quali risulterebbero elargiti dai responsabili della Cpm Srl, verso i rappresentanti dell’amministrazione comunale, regali, promesse di denaro e sponsorizzazioni di sagre, in cambio di un favorevole esito della gara di appalto. Un risultato questo che sarebbe stato festeggiato dai quattro imputati con una cena.

Con l’articolata impugnazione presentata alla Suprema Corte di Cassazione, nella quale si contestano altresì al giudice di secondo grado errori interpretativi ed omissioni nella motivazione, la Procura Generale chiede l’annullamento della sentenza di assoluzione.