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Migrazioni di massa “figlie” dello sfruttamento

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La teoria economica dell’arretratezza. Gli appelli natalizi di Papa Francesco per una maggiore giustizia sociale

di Bruno Di Pilla – Si moltiplicano gli appelli natalizi di Papa Francesco per una maggiore giustizia sociale nel mondo. Un ausilio alla comprensione del fenomeno delle migrazioni di massa, che tanti lutti e sconvolgimenti politici sta provocando, può fornirlo la teoria economica dell’arretratezza elaborata, nel 1841, dallo storicista tedesco Friedrich List. Le sue tesi sono state ampiamente riprese dai neokeynesiani nella seconda metà del secolo scorso ed ancor oggi vengono analizzate da chiunque abbia a cuore le sorti del pianeta.

List mise sotto accusa il liberismo esasperato della Scuola Classica inglese di Adam Smith, con la conseguente idolatria del mercato ed il naturale corollario dell’illusorio benessere generale per tutte le Nazioni. In verità, l’individualismo dei soggetti più abbienti e lo strapotere degli Stati esportatori di prodotti tecnologicamente avanzati sono la fonte primaria del crescente divario che si registra, ora più che mai, fra le collettività delle diverse aree della Terra, generando un’intollerabile “forbice”, sempre più ampia, tra esseri umani e popolazioni. In definitiva, già un paio di secoli fa i più illustri allievi di Smith, Malthus e Ricardo, nel loro carteggio trentennale, avevano denunciato il drammatico problema del sottoconsumo d’intere masse non solo prive di potere d’acquisto, ma anche schiavizzate da dittatori senza scrupoli e coinvolte in guerre scatenate per inconfessabili finalità di dominio.

In altri termini, cresce l’arretratezza delle sventurate genti che, in particolare, vivono nel grande Continente Africano, le cui terre, ricchissime di diamanti, materie prime e giacimenti auriferi e petroliferi, vengono letteralmente saccheggiate (e talvolta acquistate per pochi spiccioli) dalle multinazionali degli Stati più forti del mondo, in primis quelli che ne hanno, con perfida ipocrisia, sancito l’indipendenza politica. Potrà mai arrestarsi, permanendo l’attuale status di sfruttamento, l’inquietante esodo di questa umanità sofferente?