Home Attualità L’Umbria è sempre più povera, lo conferma il rapporto della Caritas

L’Umbria è sempre più povera, lo conferma il rapporto della Caritas

0

I nuovi poveri in Umbria sono circa il 30% e quasi due terzi sono italiani.

 

Il 17 Ottobre, in occasione della Giornata internazionale di lotta alla povertà, la Caritas Italiana ha divulgato il 21° Rapporto nazionale su povertà ed esclusione sociale dal titolo “L’anello debole”. Il testo prende in esame le statistiche ufficiali sulla povertà e i dati di fonte Caritas,del 2021, provenienti da quasi 2.800 Centri di Ascolto Caritas su tutto il territorio delm Bel Paese.

Nel documento di sintesi dell’indagine vengono riportati i risultati di due indagini empiriche: una ricerca quantitativa e qualitativa sul tema della povertà ereditaria e intergenerazionale, realizzata su un campione rappresentativo di utenti dei Centri di Ascolto Caritas; una indagine transnazionale condotta complessivamente in 10 paesi europei, congiuntamente a Caritas Europa e Don Bosco International, sul tema della transizione scuola-lavoro per i giovani che vivono in famiglie in difficoltà.

Il Rapporto si conclude con una valutazione delle politiche di contrasto alla povertà, con particolare attenzione alle prospettive di riforma e investimento derivanti dal Pnrr e dal programma europeo Next generation EU.

Per la nostra regione, L’Umbria, emerge un dato già noto da diverso tempo, ovvero la povertà ed il peggioramento del fenomeno della stessa a seguito della pandemia. I nuovi poveri in Umbria sono circa il 30% e quasi due terzi sono italiani, tra questi anche professionisti,colpiti dagli effetti diretti e indiretti della diffusione del Covid, chiedono aiuto alla Caritas che offre cibo, indumenti e diversi servizi, aiutata dal volontariato.

La ricerca dell’Umbria è riportata in un volume dal titolo ‘Un Padre alla ricerca dei figli’ curata dalla Delegazione regionale Caritas, presentata a Perugia anche in vista della sesta Giornata mondiale dei poveri indetta da Papa Francesco domenica 13 novembre. L’ indagine del nostro territorio è forse un po’ più intensa, nei numeri, rispetto a quella nazionale, ma non si discosta molto dall’essenza dei dati infatti anche in Umbria si delinea la crescita della viene definita la povertà dei giovani, “con il pericolo che sia un vivaio di ulteriore nuova povertà generate dall’indifferenza”:

In totale i richiedenti aiuto registrati nei centri di ascolto nel 2021 sono stati 4.806, di cui 2.416 donne e 2.390 uomini, per lo più stranieri (2.519 del totale), di età compresa tra 19-65 anni, con un’istruzione medio bassa. Il rapporto mostra come stia cambiando la composizione dei poveri con la presenza di disoccupati (1.256), ma anche quella degli occupati (752), che rappresentano ‘lavoratori poveri’ quando un lavoro non adeguatamente retribuito può non preservare dalla povertà, e pensionati (256).

Contrasto alla povertà. Questioni, priorità e politiche per il futuro.

Il capitolo conclusivo del Rapporto nazionale dal titolo ” L’anello debole Rapporto 2022 su povertà ed esclusione sociale in Italia “ si sofferma sulla situazione e le prospettive delle politiche di contrasto alla povertà, sviluppando una riflessione lungo tre assi: come realizzare buone politiche contro la povertà assoluta; quali interventi pubblici sono adeguati per fronteggiare l’alto rischio di povertà ed esclusione sociale in Italia; quale ruolo la rete delle Caritas può svolgere in uno scenario di politiche pubbliche profondamente mutato negli ultimi anni, in cui lo Stato viene assume un rinnovato ruolo di centralità.

La misura di contrasto alla povertà esistente nel nostro Paese, il Reddito di Cittadinanza, è stata finora percepita da 4,7 milioni di persone, ma raggiunge poco meno della metà dei poveri assoluti (44%).In Umbria sono stati 27 mila le persone che lo hanno percepito. Nel 2021 i poveri assoluti nel nostro Paese sono stati circa 5,6 milioni, di cui 1,4 milioni di bambini.

Sul reddito di cittadinanza sta lavorando il Governo non con l’intenzione di abolirlo ma di renderlo più adeguato ed idoneo alle persone che veramente ne hanno bisogno per vivere. Sarebbe quindi opportuno assicurarsi che fossero raggiunti tutti coloro che versano nelle condizioni peggiori, partendo dai poveri assoluti.

Accanto alla componente economica dell’aiuto vanno garantiti adeguati processi di inclusione sociale. Ma al momento una serie di vincoli amministrativi e di gestione ostacolano tale aspetto. Il Rapporto offre alcune proposte, di rafforzamento della capacità di presa in carico dei Comuni, anche attraverso il potenziamento delle risorse umane e finanziarie a disposizione e un miglior coordinamento delle azioni. Particolare attenzione va data ai nuovi progetti programmi in partenza, finanziati dal Pnrr, tra cui GOL (Garanzia Occupabilità Lavoratori), un programma pensato per rafforzare i percorsi di occupabilità di disoccupati, lavoratori poveri o fragili/vulnerabili (NEET, giovani, maturi), beneficiari di RdC e di ammortizzatori sociali in costanza o assenza di rapporti di lavoro; si tratta di 3 milioni di persone da formare o riqualificare entro il 2025, di cui il 75% saranno donne, disoccupati di lunga durata, giovani under 30, over 55. Per il tipo di profilo definiti, questo programma interesserà senz’altro persone che si rivolgono ai centri e servizi Caritas.