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La casa antisimica è realizzabile, costa solo un 30 per cento in più

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Il Governo ha messo sul tavolo le linee d’intervento con il sostegno finanziario per gli interventi di adeguamento, restauro e costruzione delle abituzione in aree a rischio

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Norcia dopo la scossa del 30 ottobre 2016

di Antonio Navarra – Dopo il disastro provocato dal terremoto si deve – da subito – impostare i programmi per la ricostruzione dei centri distrutti; ma si deve pensare anche a mettere in sicurezza antisismica tutte le costruzioni che insistono sulle aree a rischio e che il terremoto ha salvato.

Il Governo ha messo sul tavolo le linee d’intervento con il sostegno finanziario con alcune novità su Casa Italia, Sismabonus, fascicolo del fabbricato, detrazione 65% per gli interventi di adeguamento sismico degli edifici esistenti, detrazione 50% per restaurazione sismica degli edifici, detrazione 30% per gli alberghi e mappa sismica italiana aggiornata 2016. Le Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni, nella versione revisionata dall’Interno e dalla protezione Civile, prevedono alcuni incentivi. Ma non sono ancora nella loro versione definitiva (verranno pubblicate in Gazzetta prima della fine del 2016). Nel testo uscito dall’Interno e dalla Protezione Civile a settembre 2016 ci sono alcune novità. Il Sismabonus avrà percentuali anche superiori al 65%, una durata pluriennale e sarà esteso alle seconde case. A beneficiare del Sismabonus saranno anche le seconde case, i condomìni e gli enti locali che dovranno mettere in sicurezza gli edifici pubblici. Leggi Decreto post terremoto Centro Italia in arrivo, focus sulla distinzione tra prime e seconde case.

Per avere una visione chiara peraltro si deve attendere la stesura definivita dei provvedimenti.

Il nostro Paese è un territorio ad elevato rischio sismico, oltre ad essere soggetto frequentemente anche ad altre catastrofi naturali (spesso dovute all’incuria dell’uomo).

La resistenza ai terremoti è quindi uno dei criteri indispensabili che le costruzioni devono rispettare, sancito anche da specifiche normative. Sin dagli anni Settanta apposite leggi stabiliscono i requisiti che i progettisti devono rispettare per le nuove costruzioni e per la ristrutturazione di quelle esistenti, ma attualmente il testo normativo più importante in materia è rappresentato dalle “Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni”, approvate con il Decreto Ministeriale del 14 gennaio 2008.

Il decreto classifica il territorio della Penisola in zone soggette a differente rischio sismico: si va da quello più elevato della zona 1, a quello ridotto della zona 4. Il progettista, quindi, deve per prima cosa verificare in che zona si trova l’edificio da costruire o sul quale bisogna intervenire e analizzare le caratteristiche geologiche del sottosuolo.

Per progettare un edificio antisismico,- si legge in un articolo dell’architetto Carmen Granata – si devono rispettare determinati requisiti di sicurezza, cioè si deve fare in modo che esso sia in grado di evitare i crolli e non subire dissesti gravi. Per far ciò è indispensabili innanzitutto adoperare materiali di eccellente qualità.

Gli edifici antisismici possono essere costruiti in cemento armato (normale o precompresso), ovvero in calcestruzzo in cui vengono annegate barre di acciaio, opportunamente dimensionate. L’acciaio utilizzato deve essere inossidabile o al carbonio e le barre devono avere un diametro minimo di 5mm, mentre il cemento dovrà avere una classe di resistenza più o meno elevata, a seconda della zona sismica in cui si va ad intervenire. Un altro materiale antisismico è il legno, caratterizzato da grande flessibilità e leggerezza, può essere assemblato con adesivi o con giunti meccanici. Oggi si va infatti diffondendo l’utilizzo di particolari strutture prefabbricate in legno che consentono di costruire edifici resistenti ai terremoti, anche di molti piani, che sono al contempo particolarmente efficienti dal punto di vista energetico ed ecosostenibili.

Ma tra i materiali “antisismici” contemplati dalle Norme non manca nemmeno la tradizionale muratura. In effetti, ciò che rende resistente un materiale è la sua qualità e la qualità dei leganti e dei collegamenti impiegati, come dimostrano i monumenti antichi che continuano a resistere nel tempo.

Oltre ai materiali, ciò che conta per la realizzazione di un edificio antisismico è il rispetto di determinati requisiti costruttivi. In un edificio in cemento armato, ad esempio, devono essere rispettati determinati rapporti dimensionali tra travi e pilastri, mentre in uno in muratura, bisogna prestare attenzione agli spessori minimi e massimi dei muri portanti.

Molto importante è poi la forma in pianta degli edifici: per resistere alle onde sismiche è opportuno che essa sia quanto più possibile regolare e compatta rispetto alle due direzioni ortogonali. L’altezza deve rispettare precisi limiti che, anche in questo caso, variano a seconda del grado di pericolosità della zona sismica.

Il costo di un edificio costruito secondo questi criteri può essere superiore del 30% rispetto a uno tradizionale, ma naturalmente l’investimento, oltre che essere importante per l’incolumità degli abitanti, risulta ammortizzato a fronte della minore necessità di spese per eventuali riparazioni o addirittura ricostruzioni dovute a danni da terremoto.

Le stesse norme da seguire per le nuove costruzioni vanno poi rispettate per la verifica e l’adeguamento degli edifici esistenti.