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I Colori della Tradizione, al Caffè del Morlacchi mostra di pittura dell’artista Koffi M. Dossou

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Koffi M. Dossou, Il Sassofonista

Nell’ambito della Biennale di Dakar sarà visitabile fino al 17 giugno

Koffi M. Dossou, Il Sassofonista

Venerdì 20 maggio alle ore 17, presso il Caffè del Teatro Morlacchi, il pittore Koffi M. Dossou ha presentato la sua mostra di pittura nel quadro della internazionalmente rinomata BIENNALE DI DAKAR (www.biennaledakar.org). La mostra è patrocinata dal Comune di Perugia e dal Comune di Deruta e si avvale della collaborazione dell’Associazione Key & Key Communications (Deruta/PG), del progetto MUSAE – Musei Uso Sociale e Accessibilità come contrasto all’Emarginazione, della Casa degli Artisti di Perugia, dell’Associazione Sul Palco della Vita (Perugia) nonché di Acli – ArteSpettacolo (Perugia).

L’artista Koffi M. Dossou è stato selezionato per rappresentare l’Italia nella manifestazione “Off” della 14° edizione della Biennale dell’Arte africana contemporanea la quale attualmente si tiene a Dakar (Senegal) e si intitola “Ĩ NDAFFA #” coinvolgendo cinquantanove artisti, di cui 4 collettivi, da ventotto paesi, di cui 16 paesi africani e 12 paesi della diaspora nel mondo. La Biennale di Dakar con le manifestazioni “Off” ha voluto, per la prima volta, coinvolgere gli artisti africani della diaspora per farli conoscere al grande pubblico. 350 progetti sono stati selezionati in tutto il mondo per rappresentare la creatività africana nelle sue più alte espressioni.

Koffi M. Dossou

Koffi M. Dossou nasce nel 1953 in Niger da padre togolese e madre nigerina. La sua passione per l’arte inizia all’età di due anni quando giocava sotto la scrivania con il pantone di suo padre (un ragioniere in una società commerciale francese). Successivamente, al Collège Saint Joseph di Lomé (Togo) incontra il suo primo insegnante di disegno, prof. Kpéglo, e infine, al Lycée de Tokoin (Lomé), il grande pittore e architetto prof. Paul Ahyi il quale gli affida un progetto di arredo per un famoso albergo della capitale togolese. Questo lo indirizza decisamente verso la carriera artistica. Dopo la laurea in lettere moderne presso l’Université du Bénin (Lomé) ottiene una borsa di studio per frequentare l’Accademia di Belle Arti di Perugia (1979-1983) il cui diploma gli permette di entrare nel mondo della grafica. Da allora vive e lavora in Italia come pittore, grafico, web designer, consulente e docente in comunicazione visiva e interculturale. Ha al suo attivo oltre 70 mostre personali e collettive tra Europa e Africa.

La sua tecnica è fatta di tempera acrilica, pennarelli, tessuti: uno stile tra l’astratto e il figurativo con un’originalità, uno spirito e un’affermazione della forza espressiva del colore puro. La pittura di Koffi M. Dossou ha le sue fonti nelle tradizioni culturali africane, e la sua multiculturalità esercita un’influenza palpabile sul suo lavoro. L’originalità della sua arte nella sua proposta estetica si concretizza, infatti, attraverso un’intensa astrazione figurativa, che immerge la sua arte in una sorta di visione animista dalle ricche connotazioni decorative. Si esprime in un realismo magico basato su una stilizzazione dove forme e colori evocano e, allo stesso tempo, creano entità intangibili influenzate dal graphic design e dalla scultura africana. Tali entità si fondono con tessuti africani per esaltare i ritmi melodiosi del Sahel e le cadenze ammalianti delle danze del Benin e del Togo.

 

Con la mostra intitolata “I Colori della Tradizione” Koffi M. Dossou esplora le sue tradizioni attraverso una ricerca basata sull’importanza dei colori nell’universo animista, che attribuisce funzioni e poteri distinti ai colori. Il suo lavoro è un’affermazione della propria identità multiculturale attraverso un viaggio dove le figure emblematiche del Vodoun, come l’Egun e lo Zangbeto e le numerose divinità, creano un’esplosione di vita grazie alla potente miscela di colori caldi e luminosi, dove l’astrazione figurativa svela e mette in risalto un universo artistico immateriale.

E’ un magico viaggio sensoriale che porta il passato a fare da battistrada al futuro, attingendo alle fonti e ai saperi africani, rivisitando le forme del sapere endogeno, negoziando le rappresentazioni del mondo a livello locale, prendendo in considerazione il patrimonio estetico per esplorare e forgiare nuovi metodi e protocolli di ricerca e comprensione della nuova realtà africana.