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Gubbio ricorda i 40 martiri dell’eccidio del 22 giugno 1944

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Un corteo partecipato e commosso ha dato inizio alla giornata della memoria che si è conclusa al Mausoleo

Allegrucci Giuseppe, di anni 34, Baldelli Carlo, di anni 34, Baldoni Virgilio, di anni 38, Bartolini Sante, di anni 55, Battaglini Enea, di anni 20, Bedini Ferdinando, di anni 39, Bedini Francesco, di anni 50, Bellucci Ubaldo, di anni 34, Cacciamani Cesare, di anni 52, Cacciamani Enrico, di anni 50, Cacciamani Giuseppe, di anni 19, Farabi Gino, di anni 39, Felizianetti Alberto, di anni 23, Gaggioli Francesco, di anni 17, Ghigi Miranda, di anni 30, Ghigi Zelinda, di anni 61, Lisarelli Alessandro, di anni 23, Marchegiani Raffaele, di anni 57, Mariotti Ubaldo, di anni 18, Migliarini Innocenzo, anni 40, Minelli Guerrino, di anni 27, Minelli Luigi, di anni 42, Moretti Franco, di anni 21, Moretti Luigi, di anni 22, Pannacci Gustavo, di anni 36, Paoletti Marino, di anni 30, Piccotti Antilio, di anni 41, Pierotti Francesco, di anni 40, Profili Guido, di anni 54, Rampini Raffaele, di anni 43, Rogari Nazzareno, di anni 50, Romanelli Gastone, di anni 17, Roncigli Vittorio, di anni 38, Roselli Luciano, di anni 23, Rossi Domenico, di anni 41, Rossi Francesco, di anni 49, Scarabotta Enrico, di anni 36, Sollevanti Giacomo, di anni 18, Tomarelli Luigi, di anni 61, Zizolfi Giovanni, di anni 23.

Hanno risuonato anche questa mattina, 79 anni dopo, per le vie delle città di Gubbio, i nomi delle quaranta vittime dell’eccidio del 22 giugno 1944. I martiri di una delle stragi più efferate del regime nazista sono stati ricordati con un corteo che è partito da Piazza 40 Martiri e, passando dall’Edifico Scolastico, dove i 40 martiri furono tenuti in ostaggio, è arrivato fino al Mausoleo, dove le tante bambine e bambini presenti hanno deposto una rosa sul muro dove i 40 innocenti vennero fucilati.

Laura Tomarelli, Presidente dell’Associazione Famiglie Quaranta Martiri, ha raccomandato ai bambini e alle tante persone presenti di “fare buon uso della memoria che vi lasciamo. Venite a visitare questo luogo, bambini, portateci le vostre mamme e i vostri papà: è un luogo di dolore, certo, ma anche di speranza: la speranza che queste atrocità non abbiano a ripetersi e che voi possiate essere protagonisti di una storia diversa”.

Anche il sindaco di Gubbio Filippo Stirati, che si è riservato nel suo secondo mandato la delega alla custodia e salvaguardia della memoria, ha sottolineato come “ricordare ciò che è successo qui, ma anche tutte le altre stragi che si sono consumate nelle nostre zone, penso a Villamagna, a Torre Calzolari, a Branca, vuol dire ricordare che la guerra è una barbarie, sempre, che nasce dall’idea malsana dell’imposizione di principi terrificanti, che vanno sotto il nome di razzismo, violenza, prevaricazione. Il tema della memoria è fondamentale per rigenerare le nazioni, specie in un momento in cui le lancette delle storia sembrano essere tornate indietro, in Europa e non soltanto. I semi della pace, della democrazia, della convivenza civile restano più che mai in primo piano. Oggi, nel riportare al cuore questa giornata terribile, lanciamo un grande messaggio di pace, perché si possa guardare al futuro avendo ristabilito un clima di rapporti pacifici tra tutti gli stati”.

Al ricordo della strage dei 40 innocenti era presente anche una delegazione di Mirto, il paese dal quale proveniva una delle vittime uccise il 22 giugno 1944, Giovanni Zizolfi. Oltre alla delegazione siciliana, erano oggi a Gubbio, al corteo, anche Michele Bettarelli, vicepresidente del Consiglio Regionale dell’Umbria, Francesco Zaccagni in rappresentanza della Provincia di Perugia, i rappresentanti dei Comuni di Scheggia e di Sigillo.

“Da eugubino – ha detto Zaccagni – porto il saluto della Provincia, con una emozione per me doppia. Il tempo purtroppo tende spesso a smorzare e appiattire le cose, facendo perdere i reali confini delle vicende. Il ricordo, l’analisi e la commemorazione, sono per questo un nostro dovere. E’ bello vedere questi bambini e queste bambine: in questa giornata Gubbio torna ad essere una comunità, e lo fa grazie soprattutto al ricordo che le famiglie dei nostri 40 martiri portano avanti. La libertà non è scontata, così come la pace, che va custodita e salvaguardata. Libertà e pace sono quasi sempre frutto di sacrifici e sangue, per questo vanno difese con la cultura della democrazia, dell’antifascismo, del rispetto dei diritti di tutti. Sono certo che questi bambini sapranno portare avanti il ricordo che oggi gli consegniamo”.

Anche Bettarelli ha sottolineato “quanto sia importante che le istituzioni siano presenti in queste occasioni e non manchino di ricordare quello che è successo. E’ davvero emozionante per me essere qui e vedere un luogo pieno di bambini, di adulti, di anziani e di giovani riuniti nel ricordo, nella memoria viva e vigile”.