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Costituito in Umbria il Comitato “Italo Vinti”

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Italo Vinti a Perugia negli anni '60

Fu partigiano, sindacalista, consigliere comunale e provinciale di Perugia

Italo Vinti a Perugia negli anni ’60

A dieci anni dalla scomparsa, per onorarne la memoria e rinnovare il suo impegno politico e sociale, è stato costituito il Comitato ‘Italo Vinti’.

Italo Vinti è stato partigiano, prima nella Brigata d’urto proletaria San Faustino, poi nella V Brigata Garibaldi di Pesaro; sindacalista di rilievo alla Perugina; consigliere comunale e provinciale di Perugia; cittadino onorario di Cremona, Alfonsine e Pietralunga; iscritto nell’Albo d’oro del Comune di Perugia.

Il Comitato è composto da: Francesco Innamorati, avvocato e partigiano, Mari Franceschini, presidente provinciale Anpi Perugia, Renato Locchi, già sindaco di Perugia, Furio Benigni, già sindaco di Pietralunga, Vincenzo Sgalla, segretario regionale Cgil Umbria, Sara Bistocchi, capogruppo Pd al Comune di Perugia, Enzo Benda, già impiegato Buitoni-Perugina, Ezio Borgioni, già presidente del Circolo dipendenti Perugina, Aldo Darena, già segretario della Camera del lavoro di Perugia, Luciano Della Vecchia, dirigente nazionale di Rifondazione comunista, Michele Greco, segretario Flai Cgil, Simona Marchesi, responsabile Rsu Perugina-Nestlè, Federico Mariangeloni, presidente del Circolo dipendenti Perugina, Giuseppe Mattioli, già dipendente Perugina-Nestlè, Sergio Pioppi e Mario Rosi, ex operai Perugina, Barbara e Stefano Vinti, Nicola Torrini, giornalista.

Tra le attività in programma c’è la consegna di una targa alla Rsu Perugina-Nestlè da apporre nella sede di San Sisto, la deposizione di una corona al cimitero di Perugia, il ricordo nei locali del Circolo Dipendenti Perugina e una cerimonia alla sede della Cgil di Perugia.

“Italo Vinti – spiega il Comitato – è un simbolo, un compagno che rappresenta un’epoca. Oggi, nel tumulto della vita odierna, nel turbinio dello strapotere delle multinazionali, dei potentati speculativi, del liberismo, della globalizzazione, può apparire ai giovani un tempo lontanissimo. L’azione eroica per difendere la libertà e costruire uno Stato democratico non va dimenticata perché può essere, ancora, un punto di riferimento importante per il futuro e il progresso civile. La sua generazione si è battuta, con determinazione, per superare la disoccupazione, per affermare la pari dignità dei lavoratori, superare l’ineguaglianza sociale, la povertà, il razzismo di ritorno, una scuola e una sanità per tutti”.