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Colpo di scena sul caso Corvi, la Procura di Terni chiede la revoca della sua istanza

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Il giudice Barbara Di Giovannantonio dovrà effettuare ulteriori indagini su Roberto Lo Giudice e sul fratello Maurizio

Sulla scomparsa di Barbara Corvi avvenuta ad Amelia il 27 ottobre 2009, la suprema corte aveva rigettato il ricorso e chiesta l’archiviazione delle indagini a carico del marito e del fratello ritenendo, alla fine de mese di settembre 2022, la tesi dell’omicidio infondata e considerando il “movente passionale ed economico privi di fondamento”. Nella documentazione dell’epoca si leggeva  “E’ scarsamente verosimile che l’indagato abbia ucciso la moglie prima delle ore 17.01, avendo ricevuto numerose e lunghe telefonate in cui peraltro appariva a detta degli interlocutori sereno; che, potendo essere successo il fatto fra le 17.01 e le 17.30, essendo risultato alle successive 17.38 l’indagato già in auto e lontano da casa,

Lo Giudice non avrebbe avuto il tempo di uccidere la moglie, ripulire la scena del crimine e occultare il cadavere, considerato che tra le 17.30 e le 18.30 incontrava almeno quattro persone e alle 18 entrava in un bar, apparendo in tal modo inverosimile sia che l’indagato abbia potuto uccidere la moglie in casa sia che lo abbia fatto in auto”.

Questi furono i passaggi più salienti delle motivazioni della sentenza che permise il rigetto del ricorso presentato dalla procura della Repubblica di Terni contro la decisione del tribunale del riesame. Roberto Lo Giudice, venne arrestato a marzo con l’accusa di avere ucciso la moglie e venne dunque rimesso in libertà.

Ieri dopo 4 ore di sentenza la Procura di Terni è tornata sui propri passi chiedendo la revoca della sua stessa istanza. Il giudice Barbara Di Giovannantonio dovrà effettuare ulteriori indagini su Roberto Lo Giudice e sul fratello Maurizio sul possibile omicidio e occultamento di cadavere di Barbara Corvi.

Il legale della famiglia di Barbara Corvi ha documentato e discusso in aula almeno tredici versioni dei fatti differenti che lo stesso Lo Giudice avrebbe reso nel corso degli anni agli inquirenti. Sulla base di queste presunte contraddizioni, sia la famiglia di Barbara che la Procura hanno chiesto di scavare ancora alla ricerca della verità. Il giudice si è riservato di decidere.

In aula, oltre al legale Vasaturo, erano presenti il procuratore capo della Repubblica di Terni Alberto Liguori, gli avvocati difensori di lo Giudice, Giorgio Colangeli e Cristiano Conte e la sorella di Barbara, Monica Corvi.