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Coldiretti, chiusura alle 18 per Covid pesa su Made in Umbria

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Albano Agabiti

Agabiti: “Effetti negativi su tutta la filiera agroalimentare: serve un adeguato sostegno economico”

Albano Agabiti

La chiusura anticipata alle 18,00 della ristorazione con il crollo delle attività di bar, gelaterie, pasticcerie, trattorie, ristoranti e pizzerie ha un effetto negativo a cascata sull’agroalimentare nazionale, con una perdita di fatturato di oltre un miliardo per le mancate vendite di cibo e bevande nel solo mese di applicazione delle misure di contenimento. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti, in riferimento al nuovo Dpcm, sull’impatto sull’intera filiera agroalimentare della chiusura di ristoranti, bar, gelaterie e pasticcerie alle ore 18,00 e della diffusione dello smart working che taglia le pause pranzo.

“Un drastico crollo dell’attività che – sottolinea Albano Agabiti presidente Coldiretti Umbria – pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa Agabiti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Le limitazioni alle attività di impresa devono prevedere – afferma Agabiti – un adeguato sostegno economico lungo tutta la filiera e misure come il taglio del costo del lavoro con la decontribuzione protratta anche per le prossime scadenze superando il limite degli aiuti di Stato, insieme ad interventi rapidi a fondo perduto per agriturismi e ristoranti per incentivare l’acquisto di prodotti alimentari Made in Italy”.

“C’è forte preoccupazione – sostiene Mario Rossi direttore regionale Coldiretti – perché le nuove restrizioni colpiscono anche le eccellenze agricole made in Umbria, che devono far fronte al calo di lavoro della ristorazione e quindi di importanti canali di vendita, con difficoltà evidenti che si riflettono su vari comparti della filiera: dal vino al lattiero-caseario, dalla zootecnia all’olio. Con l’attuale emergenza – aggiunge Rossi – l’invito alla distribuzione commerciale resta quello di privilegiare sugli scaffali prodotti Made in Italy duramente colpiti dalla chiusura anticipata alle 18,00 della ristorazione, con un effetto negativo a cascata sull’agroalimentare. Dai ristoranti agli agriturismi, dalle gelaterie alle pizzerie fino alle trattorie – ricorda Rossi – sono molte le realtà che trovano sostenibilità economica solo grazie al lavoro serale che ora è stato vietato dal nuovo Decreto. Una situazione – conclude Rossi – che rischia di penalizzare nuovamente anche l’agriturismo umbro dopo mesi di difficoltà”.