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Chiesto il processo per quattro persone per il buco di quattro milioni alla Stranieri

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L’udienza preliminare è stata fissata per il 4 ottobre prossimo

Chiesto il processo per quattro persone per il buco di quattro milioni alla Stranieri. I pm Paolo Abbritti e Giampaolo Mocetti, dopo la chiusura delle indagini hanno chiesto per tutti il rinvio a giudizio e l’udienza preliminare è stata fissata per il 4 ottobre prossimo.
La notizia è pubblicata oggi dal Corriere dell’Umbria, che riferisce: “Secondo l’ipotesi accusatoria, la maxi truffa da 3,9 milioni ha provocato il buco per i mancati introiti dei corsi di italiano per gli studenti cinesi dei progetti Marco Polo e Turandot. I presunti reati vanno dal 2015 all’aprile 2019. L’accusa di truffa in concorso viene contestata a Cristiano Nicoletti, allora direttore generale dell’ateneo di Palazzo Gallenga, Fabrizio Focolari, allora responsabile per le relazioni internazionali, Yin Liu e Delong Zeng, rispettivamente titolare e agente per l’Italia dell’agenzia Grifone international culture communication limited di Hong Kong.

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Secondo la ricostruzione accusatoria, Focolari avrebbe imposto agli uffici dell’ateneo – sta scritto nelle carte- una prassi per l’iscrizione “differenziale” rispetto a tutti gli altri corsi, tale per cui “venivano rilasciati, dietro semplice presentazione da parte delle agenzie cinesi di una lista di studenti, i certificati di prescrizione necessari per l’ottenimento dei visti di ingresso dalle autorità diplomatiche”. Questo “con relativa quietanza di pagamento senza che potesse essere controllato né preventivamente, né successivamente l’abbinamento dei pagamenti con gli specifici nominativi degli studenti a cui erano riferiti”, scrivono i pm. In mezzo ci sono due convenzioni e una falsa attestazione “apposta da terzo non identificato”, “solo apparentemente riferibile a Focolari e da questi non riconosciuta” fra la Stranieri e la Grifone “tali da simulare” il diritto di quest’ultima società “a provvigioni del 37% e del 39% sulle tasse di iscrizione” degli studenti cinesi dei corsi di lingua italiana “mai approvate dagli organi deliberativi dell’Università”. Consentendo, tra l’altro, dice la Procura “il rilascio di prescrizioni ad almeno 47 studenti che non avevano mai formulato alcuna istanza”.

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Così gli indagati anche “attestando falsamente che gli stessi avrebbero soggiornato presso l’Adisu (Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario, ndr)” avrebbero indotto in errore gli organi amministrativi e di controllo della Stranieri “circa l’avvenuto regolare pagamento dei diritti di iscrizioni stessi, procurando ai titolari delle agenzie cinesi un ingiusto profitto consistente nell’ottenimento di visto di ingresso e nel diritto a partecipare a corsi d’ateneo per gli studenti dalle stesse agenzie rappresentate, con correlato danno all’Università consistente nel mancato incasso dei diritti di iscrizione per un importo non inferiore a 3,9 milioni”. Ecco il cuore della presunta truffa. Il quinto indagato per un presunto reato collaterale è l’attuale dg Simone Olivieri (recentemente rinviato a giudizio per l’affaire Suarez). Nell’ambito di accertamenti interni relativi all’ammanco delle rette degli studenti cinesi, avrebbe commesso violenza privata nei confronti di una dottoranda (testimone dell’intera vicenda) per ottenere informazioni e prove proprio sulla questione. L’avrebbe chiusa in un ripostiglio, secondo gli inquirenti. Da qui la denuncia”.