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Caro prezzi di benzina e gasolio, Codacons chiede di aprire indagini e accertare eventuali speculazioni

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Listini fuori controllo e non giustificati,la Super 39,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2021,il gasolio del +51,3%” il metano più del doppio

Il presidente del Codacons, Rienzi, ha annunciato di avere presentato un esposto alle procure della Repubblica di Perugia e Terni e all’Antitrust chiedendo di indagare sugli “abnormi rincari dei prezzi di benzina e gasolio alla pompa registrati in regione e su possibili speculazioni in atto a danno di consumatori e imprese dell’Umbria”

Il presidente ha spiegato “In questi giorni i listini dei carburanti venduti presso i distributori sono letteralmente fuori controllo, con la benzina che in modalità self viaggia verso i 2,3 euro al litro e costa in media il 39,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre il gasolio sale addirittura del +51,3%”

 

“Il rischio – prosegue Rienzi – è che i rincari dei prezzi alla pompa possano essere dopati da fenomeni speculativi tesi a sfruttare la delicata situazione in Ucraina per incrementare i guadagni a danno di consumatori e imprese..

La Codacons ha chiesto di aprire indagini con l’ausilio della guardia di finanza e accertare eventuali speculazioni e illeciti sul territorio regionale, alla luce delle possibili fattispecie di truffa aggravata, aggiotaggio e manovre speculative su merci.

 

Il Governo da parte del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani sostiene che bisogna stabilire un prezzo massimo oltre il quale gli operatori europei non possono andare, attraverso la stampa ha dichiarato “Non esiste motivazione tecnica di questi rialzi e la crescita non è correlata alla realtà dei fatti è una spirale speculativa, su cui guadagnano in pochi”.

In merito anche allo sproporzionato aumento del Gas ha spiegato “Chiunque esporta gas non può fare i conti senza l’Europa: serve un tetto massimo per il prezzo, un costo appetibile da non affossare il mercato. Si può discutere intorno a una cifra di 80 euro megawatt/ora che è già il doppio di quanto pagavamo un anno fa”.

Questa operazione – sostiene il ministro- va fatta di comune accordo, con l’Unione europea compatta.

Secondo Cingolani, l’Italia sta pagando errori storici per non aver diversificato la produzione energetica.

Seguendo programmi ambientalisti poco credibili è stata ridotta la produzione di gas nazionale, ma si è continuato a consumare.

Cingolani riferendosi al progetto Repower Eu che prevede diverse misure: dagli extraprofitti a nuovi provvedimenti fiscali, sostiene “A questo punto si deve diversificare e recuperare rapidamente il terreno perduto prendendo gas da altre regioni. Successivamente serve una misura drastica”.

Tuttavia il dato critico è che ancora oggi l’Europa sta continuando a dare quasi un miliardo di euro al giorno alla Russia per l’acquisto del gas, probabilmente più dell’intero costo della guerra in Ucraina.