Home Cronaca Carcere di Perugia, protesta della Polizia Penitenziaria: sciopero della mensa

Carcere di Perugia, protesta della Polizia Penitenziaria: sciopero della mensa

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Chiedono il cambio della ditta che fornisce i pasti e un adeguamento dell’organico al momento insufficiente

Sciopero della mensa nel carcere di Capanne a Perugia, proclamato da Osapp, Sinappe, Uilpa Pp e Cisl Fns.
Il personale aderente alle sigle sindacali si asterrà dalla “consumazione del pasto presso la mensa obbligatoria di servizio”.
«II motivo di tale azione – spiegano le sigle sindacali – è per la pessima qualità degli alimenti, sia sotto il profilo della conservazione che della qualità. In più occasioni è stato riscontrato che i generi alimentari vengono trasportati con mezzi non idonei per il trasporto alimentare (carne, frutta, surgelati vengono trasportati per oltre 400 chilometri con mezzi non refrigerati)».

«Cambiare» Secondo Osapp, Uil Pp e Cisl Fns, «il comportamento del gestore della ditta appaltatrice al di là di questi gravi episodi assolutamente non rispetta nessuno degli accordi contrattuali. Per effetto di ciò, il menù giornaliero non corrisponde a quello della tabella prestabilita, oltre ad essere scadente per qualità e quantità, nonostante le dipendenti si facciano in quattro per poter mettere a tavola un piatto dignitoso. Per questi motivi chiediamo l’intervento del Signor Provveditore affinché si mobiliti per l’entrata di una nuova ditta a seguito della risoluzione del contratto con questa vigente. Per quanto ci riguarda a fronte del trattamento che è propinato giornalmente da codesta ditta, l’astensione continuerà ad oltranza fino alla soluzione del problema rappresentato».

I sindacati lo hanno annunciato alla direttrice Bernardina Di Mario, e al provveditore regionale Giuseppa Martone. Sinappe, dichiarando che hanno proclamato lo stato di agitazione anche per manifestare contro “l’incomprensibile non adeguamento dell’organico i Perugia nonostante le reiterate richieste in tal senso formulate da questa organizzazione sindacale e dai vertici di comando dell’istituto penitenziario”.
Una criticità che comporta “lo svolgimento di doppi turni, riposi settimanali spesso impossibili, ore di straordinario ben oltre quelle pagate, congedi non goduti”.
È una situazione pesantissima quella descritta dalle sigle sindacali che giudicano un’offesa l’adeguamento di personale comunicato a fine marzo.