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Berlusconi al Colle, Draghi a Palazzo Chigi

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Al momento è questo il quadro più realistico della situazione che si va delineando

Si terrà lunedì 24 gennaio, alle 15, il primo voto del Parlamento in seduta comune per eleggere il successore di Sergio Mattarella al Quirinale.

La convocazione ufficiale è stata effettuata dal presidente della Camera Roberto Fico. Saranno 58 i delegati regionali che, insieme a senatori e deputati, formeranno il colleggio di 1.009 grandi elettori.

A una manciata di ore dal voto si cerca di delineare il borsino del Quirinale con i nomi in lizza per l’elezione del presidente della Repubblica.
Lo scenario al momento attuale è questo: Draghi al Quirinale, tecnici a casa, Berlusconi al Colle.
Ma ancora su tutto pesano mille incertezze.

Il premier di Forza Italia appare ancora in prima fila, ma al momento si può dire più per la somma delle debolezze altrui che per calcoli sicuri. Il Cav non ha trovato i voti, il centrodestra che non riesce a imporre un suo uomo, Letta e Conte che non possono correre il rischio di vedere il Cavaliere sedere a Palazzo Chigi.

“Non ho deciso, ma sono molto ottimista, non deluderò chi mi ha dato fiducia” – afferma Silvio Berlusconi che va avanti consapevole dei rischi della partita quirinalizia che lo attende, comunque senza alcuna intenzione di arrendersi.
Ieri il presidente di Forza Italia ha tenuto ad Arcore il classico pranzo del martedì con famiglia e manager e ha ribadito le sue intenzioni. L’idea di fondo è di giocarsi la partita fino alla quarta votazione e cercare di far maturare giorno dopo giorno le condizioni per tagliare il traguardo.

E sempre nella giornata di ieri Matteo Salvini ha suscitato qualche fibrillazione dichiarando che entro lunedì «una volta saputo degli incontri e dei conti di Silvio Berlusconi, la Lega farà una proposta che penso potrà essere convincente per tanti, se non per tutti».
«Se ci saranno i numeri il centrodestra lo appoggerà lealmente, per profilo istituzionale e storia. Nel caso non dovesse sciogliere le riserve o avere i numeri dovremo trovare un altro nome su cui possano convergere anche gli altri» – gli ha fatto eco a Rai Radio1 il capogruppo della Lega Riccardo Molinari.
Il leader del Carroccio ha comunque smentito di essere pronto a mettere in campo un “piano B”. Matteo Salvini chiamato al telefono dal leader azzurro gli ha ribadito che attenderà le sue decisioni «così come abbiamo stabilito nell’ultimo vertice».

Sulla stessa linea anche la leader di FI Giorgia Meloni, ospite di Porta a Porta, ha espresso una indicazione chiara sulla volontà della coalizione. «Per me è fondamentale che il centrodestra sia compatto in questa partita dall’inizio alla fine. Berlusconi risponde all’identikit di chi può difendere la sovranità italiana e gli interessi italiani».

E Francesco Cannizzaro, responsabile nazionale di Forza Italia per il Sud, fa notare che «il Sud vuole Berlusconi e lo considera la figura che meglio riesce a incarnare l’indispensabile conciliazione tra forze settentrionali e meridionali».
Sullo sfondo c’è sempre l’ombra della candidatura Draghi che continua ad aleggiare.

Francesco Castellini