Home Cronaca Baschi, anti bracconaggio ittico sul Tevere: sequestrati tre quintali di pesce

Baschi, anti bracconaggio ittico sul Tevere: sequestrati tre quintali di pesce

0

Durante l’operazione dei carabinieri, sono stati individuati quattro cittadini rumeni che, utilizzando due gommoni, erano intenti alla pesca illegale di carpe, carassi e siluri

ICarabinieri Forestali di Perugia, altamente specializzati in materia, hanno condotto un’operazione di contrasto al bracconaggio ittico nel fiume Tevere, nel Comune di Baschi. Durante l’operazione, sono stati individuati quattro cittadini rumeni che, utilizzando due gommoni, erano intenti alla pesca illegale di carpe, carassi e siluri. Nell’ipotesi investigativa dei Carabinieri Forestali l’uccisione degli animali è stata provocata dall’uso di due elettrostorditori rudimentali, metodo capace di procurare gravi sofferenze ed agonie prima del sopraggiungere della morte degli esemplari. Durante le perquisizioni veicolari e domiciliari, sono stati sequestrati più di 3 quintali di pesce morto (carpe, carassi, siluri), due gommoni, remi, retini da pesca, due elettrostorditori, cavi elettrici, batterie e un autoveicolo utilizzato per il trasporto di pesce e attrezzatura.

Cinque cittadini rumeni residenti o domiciliati nel comune di Terni sono stati deferiti alla Procura di Terni per concorso, a vario titolo, in uccisione di animali, bracconaggio ittico, porto abusivo di oggetti atti ad offendere. Con l’intervento dei medici veterinari della Asl Umbria2, parte del pescato è stato campionato e conferito all’IZSUM sede di Terni per esami anatomopatologici e il restante avviato a distruzione.

Un’analisi del fenomeno criminale rivela che la crescita della pesca illegale nelle acque interne italiane è stata favorita dall’entrata in vigore nel 2012 di misure di protezione del delta del Danubio dal bracconaggio ittico, che è quindi migrato, come fenomeno, fino ad interessare le regioni del nord Italia e ad oggi anche l’Umbria.

Il bracconaggio ittico si caratterizza per la ferocia predatoria, per mezzo di metodi di pesca massivi ed irregolari: la pesca illegale praticata attraverso tecniche e strumenti non consentiti contribuisce al degrado ambientale, minacciando la biodiversità dell’ecosistema fluviale. Alcune specie ittiche uccise con queste metodiche, sono specie considerate invasive come il Siluro, ma gravemente minacciata dai metodi di pesca estremamente letali e per nulla selettivi è tutta l’ittiofauna autoctona; ripercussioni anche sul piano economico, a danno di chi opera nel rispetto delle leggi. I Carabinieri Forestali hanno operato con il fattivo contributo della FIPSAS (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee) che quotidianamente, con una attenta azione di osservazione e monitoraggio apporta un contributo qualificato all’attività di contrasto alla pesca illegale. Le indagini coordinate dalla Procura di Terni sono finalizzate a delineare la portata del fenomeno che sta interessando l’Umbria.