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Abusivismo commerciale e contraffazione preoccupano gli imprenditori umbri

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Immagine di wirestock su Freepik

Focus di Confcommercio Umbria in occasione di “Legalità, ci piace!”

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I fatti di cronaca degli ultimi tempi hanno sicuramente inciso in senso negativo, ma sta di fatto che gli imprenditori umbri del terziario di mercato – commercio, turismo, servizi, professioni – manifestano una preoccupazione seria nei confronti di criminalità e illegalità. Un imprenditore su dieci, infatti, percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza rispetto al 2021. Di conseguenza, le imprese avvertono un peggioramento del livello della qualità della vita della zona in cui operano, anche per effetto della diminuzione del reddito medio dei residenti e della chiusura di esercizi commerciali e servizi alla persona, che svolgono sempre un ruolo di presidio del territorio.

In vista della decima edizione della Giornata nazionale di Confcommercio “Legalità, ci piace!”, che si è svolta martedì 28 marzo Roma alla presenza del ministro degli Interni Matteo Piantedosi, Confcommercio Umbria ha interpellato le imprese associate per registrare il loro sentiment nei confronti dei fenomeni criminali e di illegalità.

“Quello che è emerso”, commenta il presidente di Confcommercio Umbria Giorgio Mencaroni, “è un quadro di seria preoccupazione nei confronti dei fenomeni illegali nella nostra regione. Non vogliamo fare allarmismo; semmai stimolare le istituzioni e gli istituti di ricerca alla massima attenzione nei confronti del disagio manifestato su questo fronte dai nostri imprenditori, che va meglio indagato e attenzionato.

Da dieci anni, in sintonia con la Confederazione che ha lanciato la Giornata di mobilitazione nazionale, siamo impegnati per la diffusione della cultura della legalità nel nostro territorio. Ben intenzionati a proseguire su questa strada; a continuare a fornire la massima collaborazione alle Forze dell’Ordine, che svolgono un lavoro prezioso, e a tutti gli altri interlocutori che sono impegnati in questa battaglia; a denunciare e contrastare, di concerto con le istituzioni, anche tutti i fenomeni di abusivismo che determinano una odiosa concorrenza sleale ai danni delle nostre imprese e dei conti pubblici. Contrastare questi fenomeni significa togliere un freno alle nostre possibilità di crescita”.

I fenomeni criminali

Alle duecento imprese interpellate da Confcommercio (75% del commercio, 15% del turismo, 10% dei servizi) è stata chiesta una valutazione sull’andamento dei fenomeni criminali. Quelli che sembrano aumentati di più sono, per gli imprenditori umbri, gli atti di vandalismo e i furti.

L’8,5% degli imprenditori ha avuto notizia diretta di fenomeni di usura o estorsione nella propria zona di attività, un dato che si colloca al di sotto della media del centro Italia (14,1%) e ancora più della media nazionale (21,4%). Anche se poi sale al 15,5% la percentuale degli imprenditori umbri che si dicono molto preoccupati per il rischio di esposizione a fenomeni di usura e racket per chi fa impresa nel proprio quartiere o nella propria zona (contro il 17,3% del dato medio del Centro Italia e il 16,5% della media nazionale).

NO alle attività fuori dalle regole

In Umbria, il 69% delle imprese si ritiene “molto o abbastanza” penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione (dato superiore alla media del Centro Italia del 63,8% e nazionale del 65,1%), per via della concorrenza sleale e della conseguente riduzione di fatturato.

Misure di protezione

L’84,5% delle imprese umbre ha investito in misure di protezione per la propria sicurezza e quella dei propri clienti: in particolare in sistemi di videosorveglianza e allarmi antifurto.

Qualità della vita

Secondo il 43% delle imprese umbre la qualità della vita nel proprio territorio è peggiorata nel corso dell’ultimo biennio. I fattori che più di altri contribuiscono al peggioramento sono la diminuzione del reddito medio dei residenti, la chiusura di esercizi commerciali e servizi alla persona, la riduzione della sicurezza personale, diminuzione dell’offerta culturale e per il tempo libero.

LA GIORNATA DI CONFCOMMERCIO “LEGALITA’, CI PIACE”

Giunta alla decima edizione, la Giornata di Confcommercio “Legalità, ci piace” è un’iniziativa di analisi, denuncia e sensibilizzazione sulle conseguenze dei fenomeni criminali per l’economia reale e per le imprese. Un appuntamento annuale dell’intero sistema confederale contro ogni forma di illegalità per promuovere e rafforzare la cultura della legalità che è un prerequisito fondamentale per la crescita e lo sviluppo.

I fenomeni illegali – contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione – alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti. Questi fenomeni impattano pesantemente sul sistema economico-sociale, fanno chiudere le imprese oneste, fanno perdere posti di lavoro, non tutelano i consumatori, riducono la sicurezza pubblica e naturalmente alimentano la criminalità organizzata.

2023: LE STIME DELL’UFFICIO STUDI CONFCOMMERCIO

In Italia, 31mila imprese del commercio e dei pubblici esercizi sono oggi ad elevato rischio usura.

L’illegalità costa alle imprese italiane del commercio e dei pubblici esercizi 33,6 miliardi di euro e mette a rischio 268mila posti di lavoro.

La perdita annua in termini di fatturato e di valore aggiunto è pari all’8,9%. In dettaglio, l’abusivismo commerciale costa 9,1 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione pesa per 5,4 miliardi, la contraffazione per 4,4 miliardi, il taccheggio per 4,8 miliardi.

Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 6,4 miliardi e i costi per la cyber criminalità 3,5 miliardi.