Home Perugia Vaccini in Umbria: somministrato il 77,6% delle dosi ricevute

Vaccini in Umbria: somministrato il 77,6% delle dosi ricevute

0

Migliorano i dati del contagio, ma resta alta l’allerta

In Umbria è stato somministrato il 77,6% delle dosi di vaccino anti-Covid ricevute. Lo confermano i dati del Governo aggiornati alla mattina di lunedì 8 marzo: su 87.035 dosi consegnate, 67.503 sono state somministrate nella nostra regione.

A livello nazionale, sono state effettuate complessivamente 5.417.678 somministrazioni, con una percentuale pari all’82,8%.

Nella nostra regione, ieri, domenica 7 marzo, è stata raggiunta la quota di 50.355 persone vaccinate contro il Covid, di cui più di 17mila hanno ricevuto anche la seconda dose di uno dei vaccini disponibili (Pfizer, Astrazeneca o Moderna).

Il numero dei soggetti vaccinati aumenterà progressivamente nei prossimi giorni, dal momento che sono previsti doppi turni dal lunedì al sabato dalle ore 8 alle ore 19 (con vaccinazioni previste anche di domenica).

Partirà da oggi la somministrazione del vaccino per il personale degli istituti penitenziari; successivamente sarà possibile prenotarsi per il personale dei servizi essenziali e per i soggetti più fragili.

I principali punti di somministrazione raggiungeranno a breve il totale di 20 centri operativi su un massimo di 22, come previsto nel primo piano approvato dalla Regione.

Ieri, domenica 7 marzo è stato infatti attivato il centro di Orvieto e quello di Fontanelle di Bardano, mentre oggi, lunedì 8 marzo, a Foligno partirà il punto vaccini realizzato nella palazzina dell’Ente dell’Aviazione Civile in via Cagliari. La postazione alla palazzina Enac sarà in funzione dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle 14 e della 14.30 alle 19, mentre il sabato e la domenica le somministrazioni verranno effettuate presso la sala Alesini dell’ospedale di Foligno.

Tre nuovi punti vaccinali che si vanno quindi a sommare ai 17 già attivi nella nostra regione.

A stretto giro di date verrà attivata la nuova palestra scolastica di Ponte Rio a Todi, essenziale e punto strategico dell’area tuderte dopo la chiusura del centro all’ospedale di Pantalla.

All’ospedale di Perugia si sta intervenendo per allestire un altro punto per vaccinare 2.500 universitari. L’area indicata dovrebbe essere quella che si trova dietro la facoltà di Medicina, nell’area del centro di odontostomatologia.

E’ pronto per essere attivato anche il secondo centro nel comune di Perugia, al Cva di Ponte San Giovanni. La struttura è già stata riconvertita.

Tuttavia permane il problema di base attinente il personale ed il potenziamento degli organici.

I DATI DEL CONTAGIO IN UMBRIA

Continuano a migliorare lievemente i dati del contagio nella nostra regione.

I nuovi casi positivi al Covid-19 registrati nelle ultime 24 ore, aggiornati a domenica 7 marzo, sono 242, a fronte di 3.221 tamponi e 2.180 test antigenici effettuati.

5 i nuovi decessi, per un totale di 1.100 vittime dall’inizio della pandemia.

Diminuiscono di 5 unità i ricoveri, attualmente 503, tra cui 80 pazienti ricoverati in terapia intensiva (-2 rispetto al giorno precedente).

383 sono invece nuovi guariti.

Gli attualmente positivi nella nostra regione sono 7.279.

Questa settimana appena trascorsa ha comunque raggiunto il preoccupante record di accessi in terapia intensiva e il numero di comuni sotto osservazione speciali è salito: sono 27 i territori con più di 250 casi ogni 100mila abitanti, di cui 9 in Provincia di Terni. A Norcia, Spello e Nocera Umbra è stata registrata un’incidenza superiore ai 400 casi.

PRESO D’ASSALTO IL PRONTO SOCCORSO DI PERUGIA PER L’ANSIA DA COVID

La paura di aver contratto il virus si è fatta sempre più alta, tanto che alcuni cittadini, durante il fine settimana appena trascorso, si sono recati in massa al pronto soccorso dell’ospedale di Perugia, chi lamentando un mal di gola, chi altri sintomi (lievi) riconducibili all’infezione da Coronavirus. E se una volta questi sintomi erano considerati con tranquillità e curati con al massimo qualche medicina, oggi sono un campanello d’allarme che rischia di trasformarsi, per alcuni, in psicosi collettiva.

Nonostante la paura del virus sia più che legittima, è bene ricordarsi che, proprio onde evitare l’infezione, è necessario non creare assembramenti e non intasare il pronto soccorso, favorendo una maggiore circolazione del Covid.