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Suicidio assistito, accolto il ricorso di Laura Santi

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Ora si attende solo il parere definitivo della Asl di competenza

Il Tribunale di Perugia ha emesso una nuova ordinanza a seguito del reclamo presentato contro l’ordinanza di primo grado da parte di Laura Santi, 48enne perugina, affetta da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla, che ad aprile 2022 aveva presentato all’azienda sanitaria competente la richiesta per l’accesso al cosiddetto suicidio assistito.
Il tribunale di Perugia, in composizione collegiale, a tale riguardo ha emesso un’ordinanza con la quale accoglie le richieste di Laura Santi, emettendo un provvedimento definitivo sulle condizioni della donna e dunque sulla presenza delle condizioni richieste per poter accedere al suicidio medicalmente assistito in Italia, secondo quanto previsto dalla sentenza 242\2019 della Corte Costituzionale sul caso Cappato\Antoniani.
Di fatto, dunque, questa ultima decisione ordina il completamento della procedura di verifica delle condizioni della persona malata, delle modalità per procedere e del parere del comitato etico con comunicazione dell’azienda sanitaria a Laura Santi.
Per poter procedere ora si attende il provvedimento finale dell’azienda sanitaria. Successivamente, in base a quanto emergerà in riferimento alle condizioni della ricorrente, se fosse confermata la corrispondenza con il giudicato costituzionale la stessa potrà decidere se e quando procedere con l’aiuto alla morte volontaria.
La battaglia legale di Laura è iniziata un anno fa, quando la donna, per mezzo dei suoi legali (tra cui l’avvocata Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Luca Coscioni e difensore che coordina il collegio legale) ad aprile 2022 aveva presentato all’azienda sanitaria competente la richiesta per l’accesso alla verifica delle proprie condizioni ai sensi della sentenza costituzionale numero  242/2019, ovvero per accedere al cosiddetto suicidio assistito.   
Lo scorso 22 settembre si era tenuta l’ultima udienza sul caso, dinanzi al Tribunale di Perugia, durante la quale i legali di Laura Santi avevano esposto i motivi del reclamo presentato contro l’ordinanza di primo grado, perché, pur accertando il suo diritto a ottenere quanto richiesto, si limitava a dichiarare l’esistenza di questo diritto senza però ordinare all’azienda sanitaria di provvedere nella forma adeguata a tutte le fasi indicate dalla Corte Costituzionale e dunque senza mettere Laura Santi nelle condizioni di poter scegliere sul proprio fine vita.