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Stazione Medioetruria, la Lega in difesa della Regione: “Solo vantaggi alla maggioranza degli umbri”

Stazione Medioetruria, la Lega in difesa della Regione: “Solo vantaggi alla maggioranza degli umbri”

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Respinte così tutte le accuse di Angelo Baldinelli, consigliere comunale e candidato sindaco al Comune di Gubbio per Alternativa Popolare

Angelo Baldinelli, consigliere comunale e candidato sindaco al Comune di Gubbio per Alternativa Popolare, accusa la Regione dell’Umbria per il fatto che la nuova stazione Medioetruria (un progetto con localizzazione baricentrica fra le tre province confinanti, Arezzo, Siena e Perugia, a Creti, che vedrà entro pochi anni, a mezz’ora da Perugia, ben 14 coppie di Frecciarossa fermarsi), di fatto “ha dimenticato Gubbio”. Il progetto secondo Baldinelli coinvolge solo il versante sudoccidentale della regione.
Ma alle critiche del politico susseguono le reazioni immediate della Lega Gubbio che respinge tutte le accuse con una nota firmata dal segretario della sezione Lega Fascia Appenninica Luca Ramacci e dai consiglieri comunali Michele Carini e Sabina Venturi.

Nella nota quello di Baldinelli viene definito un “intervento di pura demagogia dettato dal desiderio di apparire sui giornali in vista delle prossime elezioni, che trascura ogni possibilità di confronto serio e costruttivo e non prende in considerazione i tanti interventi prodotti dalla Giunta regionale su Gubbio”.

“Baldinelli – prosegue il documento – dimostra di non conoscere la materia” anche nel caso della “variante” che “non verrebbe mai presa in considerazione dai vertici di Trenitalia e del Ministero, di fronte alla richiesta di allungare il percorso spendendo miliardi di euro”.
Ritengono invece che “sarebbe corretto riconoscere i lavori portati a termine e i tanti progetti che la Regione Umbria ha avviato su Gubbio grazie al grande impegno dell’assessore Enrico Melasecche” quali i lavori per la messa in sicurezza della Contessa, il cofinanziamento per la ciclabile Gubbio-Umbertide-Fossato di Vico ed altro. “Siamo sempre aperti al dialogo – concludono Ramacci, Carini e Venturi – ma non possiamo accettare che si faccia demagogia su temi così importanti”.