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Sindaci dell’Umbria sostengono Nicola Alemanno

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Sospeso a seguito di una condanna a un anno e dieci mesi di reclusione per abuso d’ufficio

C’erano quasi tutti i sindaci dell’Umbria alla manifestazione organizzata dall’Anci a Norcia, una trentina, tra sindaci e amministratori pubblici, i personaggi arrivati ieri pomeriggio in Piazza San Benedetto per sostenere il collega Alemanno, sospeso dall’incarico in base alla legge Severino con l’interdizione dei pubblici uffici per la durata della pena. La condanna inflitta dal tribunale di Spoleto riguarda la realizzazione di una casetta per la pro loco, dopo il terremoto del 2016. La guida dell’amministrazione è passata al vice sindaco Giuliano Boccanera.

I sindaci chiedono al Governo un rapido intervento sulla legge Severino. La modifica di soppressione del reato di abuso d’ufficio è già all’esame della Commissione Giustizia.. Il presidente dell’Anci Umbria ha dichiarato “Siamo qui per essere vicini ad Alemanno, ma soprattutto per chiedere la revisione della legge Severino. I sindaci non vogliono l’immunità e nemmeno trattamenti particolari ma il rispetto.”

oniaccini ha sottolineato “ Quella del sindaco è l’unica figura istituzionale che viene sospesa con una condanna in primo grado in processi che, come sappiamo, nel 97 per cento dei casi non arrivano a sentenza definitiva. Vogliamo rispetto e regole chiare ma soprattutto di poter lavorare bene e difendere le nostre comunità”. Per Toniaccini “il sindaco viene preso di mira e accusato per qualsiasi cosa accada”.

Alemanno ha ringraziato “tanti colleghi sono arrivati a Norcia da ogni parte dell’Umbria e di ogni colore politico, per un gesto semplice”. “Per essere qui vicini a me – ha aggiunto – e testimoniare quanto complicata sia questa norma e quanto sia urgente modificarla. Un abbraccio che mi hanno voluto dedicare per riconoscere anche il lavoro fatto insieme. Li abbraccerò tutti uno a uno”.
 Il sindaco uscente di Norcia ha mostrato ai colleghi ed ai suoi cittadini la sua amarezza per ” avere la consapevolezza di sapere tutto ciò che è stato fatto e dover lasciare così all’improvviso”. “Proprio nel momento in cui – ha concluso Alemanno – stavamo tirando le fila di quanto fatto in questi quattro anni dopo il terremoto”.