Home Cronaca Rivolta al carcere di Terni, 50 detenuti coinvolti nella protesta

Rivolta al carcere di Terni, 50 detenuti coinvolti nella protesta

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A fuoco un’ala del carcere, immediati i soccorsi

La rivolta ha avuto inizio dalla reazione di un detenuto che avrebbe voluto un secchio di vernice per pitturarsi la cella, ma, l’agente in servizio ha rifiutato la richiesta. Tanto è bastato al detenuto per aggredirlo con violenza, istigando gli altri detenuti alla protesta. I ristretti, italiani e stranieri, hanno dato fuoco alle cose detenute in cella ed hanno distrutto completamente la sezione.

Si e creata una situazione di emergenza e allarme che ha coinvolto tutti i colleghi, anche quelli in congedo e riposo che sono accorsi a dare manforte ai colleghi in servizio.

Anche i detenuti di un’altra sezione – la M – hanno iniziato a protestare perché il fumo derivato dalle fiamme accese dai ristretti della sezione H li stava investendo. Due poliziotti penitenziari sono al pronto soccorso ed altri dieci sono già stati refertati per colluttazione e inalazione del fumo dei materiali incendiati.

Il Sarp ha spiegato “Ora è del tutto evidente che devono essere trasferiti tutti i detenuti della sezione H, quella devastata. Sono una cinquantina i detenuti coinvolti nel disordine. Solo grazie all’intervento degli agenti di turno e di quelli richiamati in servizio a cui va la nostra gratitudine, sono stati riportati l’ordine e la sicurezza nell’istituto. A seguito della rivolta, risultano feriti diversi agenti: alcuni sono stati trasportati al nosocomio locale con traumi e contusioni. Tutto ciò è accentuato anche dalla carenza di personale che non è un problema annunciato ma una situazione endemica che nè la politica nè il parlamento hanno inteso affrontare, lasciando la polizia Penitenziaria a lavorare solo ed esclusivamente in deroga a qualsiasi norma pattuita. Per l’assenza di protocolli specifici per affrontare queste situazioni, si è in attesa del nuovo regolamento di servizio che doveva essere discusso nel 2019 e ancora ancora non vede la luce”.

E prosegue: È lapalissiano oggi che il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria lavora solo ed esclusivamente in funzione della popolazione carceraria, ponendo la polizia Penitenziaria come il surrogato di dirigenti che non indossano la nostra divisa. In primis il capo del Dap e per questo continueremo a chiedere a voce alta di restituire la polizia Penitenziaria nelle mani della polizia Penitenziaria”.

Nel tardo pomeriggio la situazione è tornata alla regolarità.