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Regione Umbria, rinviato l'aumento sugli abbonamenti ai servizi ferroviari di Trenitalia

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Immagine di tirachardz su Freepik
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Assessore Melasecche: “Al fianco di pendolari e famiglie già gravati dal caro prezzi e bollette”

La Regione Umbria ha deliberato che, anche per l’anno in corso, non venga applicato l’aumento tariffario del 6,6 per cento previsto per il 2022 sugli abbonamenti per i servizi ferroviari effettuati da Trenitalia. “Un ulteriore rinvio, dopo che tale aumento era stato azzerato lo scorso anno, a dimostrazione della massima attenzione e del sostegno che questa Giunta regionale profonde nei confronti dei pendolari e delle famiglie, gravati prima dalle difficoltà generate dalla pandemia da Covid 19 e ora dal caro prezzi e dal caro bollette energetiche”. È quanto dichiara l’assessore regionale ai Trasporti, Enrico Melasecche.

“Abbiamo deciso di non ripristinare integralmente gli aumenti tariffari programmati nel Contratto di Servizio 2018-2032 sottoscritto dalla precedente Giunta regionale con Trenitalia – spiega Melasecche – limitando ai soli biglietti di corsa semplice l’applicazione dell’incremento del 13,20 per cento risultante dagli incrementi previsti con decorrenza 1 gennaio 2022, pari al +6,6%, e con decorrenza 1 gennaio 2023, + 6,2 per cento”.

“Tenuto conto della fase congiunturale attuale, che vede ulteriori quanto pesanti problematicità economiche per le famiglie – prosegue l’assessore -, anche nel recepire le istanze del Coordinamento dei Comitati dei pendolari umbri che aveva chiesto di attuare in maniera più graduale il ripristino totale degli aumenti, abbiamo stabilito che per gli abbonamenti venga applicata solo la percentuale di incremento più modesta, del 6,20 per cento, prevista per quest’anno dal Contratto di servizio vigente”.

“In questo modo – conclude l’assessore Melasecche – nonostante l’aumento dell’inflazione sia molto più elevato, siamo di nuovo venuti incontro alle esigenze dei pendolari umbri che quotidianamente si spostano con i servizi ferroviari, per motivi di lavoro o studio, sia all’interno sia fuori regione, calmierando l’incremento in un momento storico in cui permangono notevoli problemi per le famiglie”.