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Raffaele Cantone da lunedì a capo della Procura di Perugia

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Raffaele Cantone

L’inchiesta più complessa che il neo procuratore si troverà ad affrontare è senza dubbio il caso Palamara

Raffaele Cantone

Lunedì si insedia a Perugia il nuovo procuratore Raffaele Cantone. Per lui è arrivata dal ministero della Giustizia l’autorizzazione per l’anticipato possesso su sollecitazione della Procura generale di Perugia. Cantone, attualmente è in servizio presso il Massimario della Cassazione che non ha creato alcun problema per il trasferimento anticipato a Perugia. L’ex presidente di Anac è stato eletto a scorsa settimana dal plenum del Csm
Cantone, che a Perugia prende il posto di Luigi De Ficchy in pensione da giugno dello scorso anno, aveva avuto 12 voti, prevalendo sull’altro candidato proposto dalla commissione, il procuratore aggiunto di Salerno Luca Masini, che ne aveva avuti 8. Per Cantone hanno votato tutti i consiglieri laici e i togati di Area, mentre per Masini i gruppi di Magistratura indipendente e di Autonomia&Indipendenza. Si erano invece astenuti i tre togati di Unicost e il primo presidente della Corte di Cassazione, Giovanni Mammone. In magistratura dal 1991, Cantone è stato sostituto alla Procura presso la Pretura di Napoli, assegnato alla sezione che si occupava di criminalità comune.Raffaele Cantone è il nuovo procuratore capo di Perugia.
Raffaele Cantone, 56 anni, napoletano, è un magistrato, saggista e accademico italiano. Dal 27 marzo 2014 al 23 ottobre 2019 ha rivestito il ruolo di presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione. Vive tutelato dal 1999 e sottoposto a scorta dal 2003 dopo la scoperta del progetto di un attentato ai suoi danni organizzato dal clan dei Casalesi.
Cantone è stato sostituto procuratore a Napoli dal 2007. Dopo è passato agli uffici del massimario della Cassazione. Poi la presidenza dell’Anac e il ritorno alla Suprema Corte.
Ora, fra le altre cose sarà dunque lui a dirigere le operazioni della procura umbra e a guidare l’inchiesta su Luca Palamara.
Sulla scelta di affidargli le redini della procura titolare dell’inchiesta che ha terremotato il Csm, Palazzo dei Marescialli si è diviso.
Uno scontro durissimo fra le toghe.
Dodici le preferenze per l’ex presidente dell’Anac (autorità anticorruzione). Per lui si sono espressi a favore: la sinistra di Area con 5 voti, tutti i componenti laici, i 3 di M5S, i 2 di Forza Italia, i 2 di Stefano Cavanna ed Emanuele Basile indicati dalla Lega.
Per Masini invece tutto il gruppo di Piercamillo Davigo, Nino Di Matteo compreso, con 5 voti e i 3 di Magistratura indipendente. Si è astenuta Unicost (la corrente che fu proprio di Palamara), incerta fino all’ultimo minuto su come votare.
Uno scontro che testimonia l’importanza ormai raggiunta dalla procura di Perugia, quella che un anno fa ha svelato il caso Palamara, l’ex pm di Roma, ex componente del Csm per Unicost, ex presidente dell’Anm ai tempi di Berlusconi che non solo è accusato di corruzione per alcuni lavori di ristrutturazione a casa di un’amica, ma soprattutto per i suoi rapporti con l’imprenditore Fabrizio Centofanti.
La nomina di Cantone avviene ad un anno dall’inchiesta, che esplose il 29 maggio del 2019 con un decreto di perquisizione, il deposito dell’intero fascicolo per l’udienza preliminare, in cui vengono custodite le conversazioni di Palamara, registrate anche con un Trojan inoculato nel suo cellulare, e le sue chat whatsapp, e quindi i suoi rapporti con i politici Luca Lotti e Cosimo Maria Ferri per pilotare la scelta del procuratore di Roma nel dopo Pignatone.
Perugia, va ricordato, è la procura delegata a indagare su quella di Roma se i suoi magistrati commettono delle irregolarità.
La carica di procuratore capo di Perugia era rimasta vacante da oltre un anno. Da quando è andato in pensione Luigi De Ficchy.
Il magistrato napoletano è stato nominato dal Csm dopo un voto arrivato al termine di una lunga discussione che ha visto i consiglieri divisi principalmente sulla valenza da dare al suo incarico all’Autorità nazionale anticorruzione.